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INTERVISTARita Forst, la donna con la passione dei motori

15.10.11 - 09:45
Intervistata durante l’ultimo salone dell’auto di Francoforte, il capo progettazione della General Motors Europe ci racconta quanto sia stato difficile essere donna in questa professione e che cosa ci riserverà il futuro della Opel.
Opel
Rita Forst, la donna con la passione dei motori
Intervistata durante l’ultimo salone dell’auto di Francoforte, il capo progettazione della General Motors Europe ci racconta quanto sia stato difficile essere donna in questa professione e che cosa ci riserverà il futuro della Opel.

FRANCOFORTE - Rita Forst, classe 1955, ingegnere di formazione, è una donna molto importante nell’industria automobilistica mondiale. Non si tratta di un ingegnere qualunque, bensì della donna che è a capo dell’intero sviluppo tecnico della General Motors Europe. Ma andiamo per gradi. Rita arriva alla Opel nel 1977, praticamente subito dopo aver concluso i suoi studi.

“Durante la mia adolescenza ho sempre adorato la Opel GT, era una coupé davvero bellissima. Quell’automobile è stato proprio il motivo per il quale, una volta terminati gli studi, mi presentai subito alla Opel, dove poi mi assunsero.”

Questo significa che non ha mai lasciato l’azienda nella quale ha iniziato a praticare la sua professione. Da oltre 34 anni lavora infatti alle dipendenza del marchio tedesco, che per forza di cose ha visto crescere ed evolvere come quasi nessun altro.

“Vissuti da appassionato, oltre che da ingegnere, i primi dieci anni alla Opel furono sicuramente quelli più emozionali. Avevamo auto come la Kadett GT/E, la varie Manta ed Ascona, le quali gareggiarono poi anche nel mondiale Rally. Anche gli anni ’90 sono stati interessanti tra Calibra e il campionato DTM, ma non altrettanto nostalgici.”

Vista la palpabile emozione, è doveroso chiedere se nel futuro della Opel vi sarà ancora spazio per vetture sportive…

“Personalmente non smetterò mai di sognare e, per quanto possibile, fare auto emozionali rimane sempre un obiettivo primario. È altresì vero che lo scopo principale per un’azienda è quello di fare utili, e attualmente la OPC propone già le versioni prestazionali di Corsa ed Insignia. E probabilmente sarà anche così per la prossima Astra GTC…”

Tra le tante soddisfazioni di Rita vi sono quelle di aver ricevuto, qualche tempo fa, un premio dalla NCAP per l’Opel Eye, l’innovativo sistema che riconosce i cartelli stradali riportandoli sullo schermo del navigatore. La sicurezza sarà anche uno dei punti principali per lo sviluppo delle nuove Opel?

“Con la nuova Zafira porteremo al debutto tanti nuovi sistemi per il marchio Opel, per esempio il rilevamento di una vettura negli angoli morti, un sistema che evita le collisioni, il regolatore di velocità adattivo, l’avvisatore di abbandono involontario della corsia e via dicendo. Riteniamo tuttavia che il guidatore deve sempre e comunque concentrarsi alla guida e i suddetti sistemi non devono prendere il suo posto. Inoltre, se proprio devono esserci, questi devono essere intuitivi e facili da usare. Una cosa sulla quale scommetto, tuttavia, sono i sistemi telematici: spero davvero che un futuro le auto potranno comunicare tra di loro e con le infrastrutture per evitare incidenti e code.”

Ma torniamo a Rita e alla sua carriera. Avere un ruolo così importante per un gruppo come la General Motors e per di più essere donna non dev’essere certo facile!

“Sicuramente non è facile, soprattutto per me che sono una “vecchiotta” del mestiere. Ai miei tempi il lavoro dell'ingegnere si trasformava spesso in quello di meccanico; potevamo toccare direttamente i motori e i componenti che stavamo sviluppando dovendo sporcarci spesso le mani di grasso, una cosa della quale non ho mai avuto “paura”. Oggi, con l’avvento dei software, le donne sono molto più avvantaggiate in questo mestiere.”

Dopo tutti questi anni, ci sarà sicuramente stato qualche cosa da lei sviluppato a cui sarà particolarmente legata…

“Beh, quello che considero il mio “bimbo” è stato il 2 Litri bialbero ECOTEC in Alluminio che troviamo ancora oggi nella Insignia.”

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