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LUGANOParla il bagnino aggredito: "Da quel giorno la mia vita è totalmente cambiata"

09.10.12 - 08:35
Dopo che il procuratore ha emesso una pena pecuniaria nei confronti del suo assalitore, M.K. ex bagnino del Lido di Lugano, che porta ancora i segni dell'aggressione avvenuta nel 2009, ha deciso fare ricorso: "Voglio sia fatta giustizia"
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Parla il bagnino aggredito: "Da quel giorno la mia vita è totalmente cambiata"
Dopo che il procuratore ha emesso una pena pecuniaria nei confronti del suo assalitore, M.K. ex bagnino del Lido di Lugano, che porta ancora i segni dell'aggressione avvenuta nel 2009, ha deciso fare ricorso: "Voglio sia fatta giustizia"

LUGANO - Una giornata di inizio estate del 2009 al Lido di Lugano. Un ragazzo non rispetta le regole. Richiamato all’ordine da un bagnino reagisce male e lo manda a terra con un pugno in faccia. Le conseguenze per la vittima sono drammatiche. Arresto cardiaco, frattura dello zigomo e trauma cranico. I danni alla testa sono permanenti, la pena nei confronti dell’aggressore, un ucraino già recidivo con passaporto svizzero, emessa il 24 settembre scorso invece è ridicola. L’ormai ex bagnino ha quindi deciso di fare ricorso. Questa è la storia di M.K. che da quel 28 giugno di tre anni fa non si è mai più ripreso e ha deciso di raccontare il suo dramma: “Da quel giorno la mia vita è cambiata totalmente. La mia voglia di vivere è quasi svanita”.

 Signor K. ci ricorda cosa successe quel fatidico 28 giugno?
“C’era un ragazzo che stava bevendo a bordo vasca e gli ho fatto notare che in piscina non si può né mangiare né bere. Lui ha cominciato a dire che non era vero, che non c’era scritto nulla da nessuna parte. Gli ho chiesto gentilmente di andare in un’altra zona e lui ha cominciato a insultarmi. Sono volate delle parole di troppo e il ragazzo, che tra l’altro è un ex pugile, è arrivato al punto di aggredirmi con un pugno”.

Cosa è successo subito dopo?
“Sono caduto a terra, ho perso i sensi e ho avuto un arresto cardiaco. Sono stato tre giorni ricoverato in ospedale e mi hanno messo cinque punti in testa. Ho passato tutta l’estate chiuso in casa al buio per il dolore”.

E il suo aggressore?
“Il ragazzo non è neanche stato arrestato. Hanno solo fatto delle verifiche e lo hanno lasciato andare. Dei bagnanti presenti sul luogo mi hanno detto che appena arrivata l’autorità il giovane ha affermato tranquillamente che non era la prima volta che aggrediva qualcuno e che sapeva benissimo che non gli sarebbe successo nulla”.

Da quel giorno come è cambiata la sua vita?
“È cambiata totalmente. Non posso più fare il bagnino, e neanche svolgere un qualsiasi altro lavoro a causa dei forti dolori alla testa procuratomi dall’aggressione. Ho provato subito a ricominciare a lavorare, ma le mie condizioni di salute non me lo permettevano. Il caldo aumenta la mia sofferenza. Esco di casa solo alla mattina presto o alla sera. Ho fatto diverse visite mediche, sono stato in ospedali anche in Svizzera interna. Ho provato di tutto, come una vera e propria cavia. Ora mi sto sottoponendo a un’altra cura nella speranza di poter risolvere al più presto il problema”.

È cambiato anche il suo comportamento nei confronti degli altri?
“Purtroppo sì. Prima ero una persona molto allegra e paziente. Ora invece sono molto nervoso e me la prendo facilmente. Me ne rendo conto e me lo fanno notare anche gli amici e mia moglie. Non lo faccio certo apposta. Però ci sono giorni in cui  il dolore è molto forte, e divento subito irascibile”.

Il 24 settembre scorso  il giovane è stato condannato a una pena pecuniaria di 2'700.00, da versare con 90 aliquote da 30.00 franchi…
“Non capisco come siano arrivati a questa conclusione. Soprattutto visto che il ragazzo già nel 2008 si era reso protagonista di una vicenda simile. A causa sua ho perso il lavoro che mi piaceva, ho perso tanti soldi per medici, viaggi e avvocati e soprattutto ho perso la salute. Ho saputo che il mio aggressore addirittura si trova in Arabia Saudita, quindi credo che non pagherà neppure i 2'700 franchi della pena”.

Si sente tradito dalla giustizia?
“Certamente. Vorrei che al mio aggressore gli venisse inflitta una pena più severa. Infatti negli scorsi giorni abbiamo fatto ricorso alla decisione del procuratore. Io sono sopravvissuto, la persona che ha subito la mia stessa sorte prima di me anche. Il prossimo che capiterà sotto tiro di questo violento non so se riuscirà a scamparla. Sembra quasi che non si faccia nulla senza che ci scappi il morto”.

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