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BELLINZONAProcesso 1MDB, prosegue l'interrogatorio di uno dei due imputati

10.04.24 - 13:33
Il principale imputato è accusato di truffa, amministrazione infedele e riciclaggio di denaro.
Tribunale federale
Fonte ats
Processo 1MDB, prosegue l'interrogatorio di uno dei due imputati
Il principale imputato è accusato di truffa, amministrazione infedele e riciclaggio di denaro.

BELLINZONA - È proseguito oggi presso il Tribunale penale federale (TPF) l'interrogatorio di uno dei due protagonisti del processo 1MDB. Si tratta di un doppio cittadino svizzero-britannico che, dopo la corte, ha risposto alla difesa. Come il CEO di Petrosaudi, il principale imputato, anch'esso è accusato di truffa, amministrazione infedele e riciclaggio di denaro.

Il suo avvocato lo ha sollecitato sulle sue attività precedenti l'entrata in Petrosaudi. L'interessato ha spiegato i contatti che aveva con persone dell'industria petrolifera e in particolare con il suo successivo datore di lavoro. A suo dire, Petrosaudi aveva intensificato gli sforzi per sbloccare la situazione del giacimento petrolifero Serdar III. Questo sito offshore era oggetto di un conflitto frontaliero tra Turkmenistan e Azerbaigian.

Petrosaudi ha trasferito i diritti su Serdar III alla joint venture con il fondo sovrano malese 1MDB, anche se la società ginevrina non ne era effettivamente proprietaria. Secondo la procura federale, 1MDB ha subito perdite per circa 1,8 miliardi di dollari a causa delle azioni dei due imputati.

Come ieri, l'accusato, braccio destro del CEO, non è stato molto loquace in merito alle relazioni finanziarie tra Petrosaudi e il fondo malese. Non è stato ad esempio in grado di spiegare versamenti che in alcuni casi ammontavano a diverse centinaia di milioni. Si è presentato come un esecutore che trasmetteva ordini senza conoscere i retroscena.

Al contrario, ha fornito un resoconto dettagliato delle attività concrete di Petrosaudi, come le transazioni relative a due navi per la produzione di petrolio acquistate dalla joint venture creata con 1MDB. Una di queste operazioni gli è valsa un bonus di 4 milioni di dollari. Stizzito dalla memoria selettiva dello svizzero-britannico, un giudice gli ha chiesto se si fosse preso la briga di leggere l'atto d'accusa. Il diretto interessato ha allora ammesso di averlo fatto «solo in parte».

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