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CONFINE"Ho bevuto con lei il caffè, poi l'ho uccisa"

30.01.15 - 13:35
La confessione dell'assassino di Martino e Graziella, riuscito a rubare solo 100 euro
"Ho bevuto con lei il caffè, poi l'ho uccisa"
La confessione dell'assassino di Martino e Graziella, riuscito a rubare solo 100 euro

VARESE - Ha ucciso per una somma irrisoria: 100 euro. È quanto Alessandro Lorena ha rubato nel portafoglio trovato in un cassetto della villetta di proprietà di Martino Ferro (80 anni) e Graziella Campello (74 anni), i due anziani uccisi nella loro abitazione a Venegono Inferiore.

Alessandro, come riverisce il portale VareseNews, è un ragazzo con seri problemi: separato, un figlio giovanissimo da mantenere, nessuno lavoro. Abitava a Castiglione Olona e, tra l'altro, abusava di droghe di ogni tipo.

“Mi dispiace - ha dichiarato davanti ai Carabinieri -, non so perché l'ho fatto”. Disperazione, sì, ma abbastanza lucidità da premeditare il delitto, che era già stato commesso lunedì, un giorno prima del ritrovamento dei cadaveri.

Le due vittime si fidavano di lui e mai avrebbero pensato che sarebbe arrivato a tanto. Martino, tra l'altro, voleva bene al ragazzo. tanto che, quello stesso giorno gli regala dei limoni presi dalla sua serra, che Alessandro porta a casa. Quindi torna dalla coppia. Per uccidere.

Il ragazzo indossa i guanti, prende una mazzetta da cantiere, entra nel garage, sorprende l'uomo alle spalle e gli fracassa il cranio. Poi sale al primo piano e trova Graziella che, ignara di tutto, gli offre un caffè. La donna beve con il suo assassino, poi si alza, si gira, e viene strozzata con il filo di una lampada.

Ma è proprio quel caffè ad incastrare Alessandro. Il ragazzo, per berlo, si toglie i guanti. Tocca la tazzina. Quindi, per paura, si porta via ciò che potrebbe incastrarlo assieme al cucchiaino. Li getta in un cassonetto.

I carabinieri intuiscono che ha qualcosa da nascondere. Gli chiedono se ha bevuto il caffè con la signora, lui ammette, ma sostiene di averlo fatto da solo. Peccato che avesse dimenticato il piattino. Inoltre è un mancino, e la macchia di caffè su quel piattino è sulla sinistra. Alessandro capisce che il suo non è stato affatto un delitto perfetto e crolla.

Il figlio delle due vittima invece ha commentato così l'arresto “Credevo nella giustizia e oggi ci credo ancora di più”.
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