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LUGANOSergio Savoia contro Rete Uno: "Radio noiosa"

17.05.14 - 11:36
E attacca i suoi ex colleghi: "Gli animatori producono solo banalità, small talk, notiziuole tirate giù da internet e commentate con rara insipienza"
Quando c'era l'idillio - Ti Press
Sergio Savoia contro Rete Uno: "Radio noiosa"
E attacca i suoi ex colleghi: "Gli animatori producono solo banalità, small talk, notiziuole tirate giù da internet e commentate con rara insipienza"

LUGANO - Sergio Savoia si toglie qualche sassolino dalle scarpe e attacca la RSI, il suo ex datore di lavoro. Lo fa in occasione della pubblicazione degli indici di ascolto delle rete radiofoniche e televisive della RSi. Indici che hanno visto un calo della Rete Uno (- 4.7%), che nonostante tutto resta la radio più ascoltata in Ticino.

Sul suo blog Sergio Savoia ricorda il suo passato radiofonico. È stato per 20 anni tra Rete Due, Rete Uno, Rete Tre, poi di nuovo Rete Uno. L'idillio finì bruscamente con un licenziamento per i fatti noti a tutti. Il primo ad entrare nel mirino delle fucilate di Savoia è il nuovo direttore Maurizio Canetta, che ieri ha dichiarato: "Non ci sono programmi o persone che non funzionano". 

"Caro direttore - scrive Savoia - (...) la radio funziona in base a due cose: persone e idee. E alla Reteuno mancano entrambe. Le personalità che c'erano, negli anni sono state 'piallate' nel nome di una uniformità al ribasso che si traduce con una semplice parola: noia. Da anni ormai la Reteuno non sa più tirar fuori una sola idea nuova e funzionante. Buona parte delle idee-programma principali della Uno sono lì da vent'anni". E cita il rumore misterioso, gioco che  è in programmazione dal 1995. "Ha rotto irrimediabilmente le scatole da almeno dieci. L'unica cosa veramente 'misteriosa' è come mai sia ancora in programmazione" commenta Savoia.

Poi attacca i suoi ex colleghi: "Mi spiace dirlo con brutalità, la stragrande maggioranza degli animatori produce solo banalità, small talk, notiziuole tirate giù da internet e commentate con rara insipienza. Personalità? Non fanno ridere, non emozionano, non coinvolgono. Zero".

E conclude esaltando le personalità che lavoravano in radio negli anni novanta, quindi anche se stesso. "All'inizio degli anni '90 una generazione di "radio personalities" (come le chiamano gli americani), tra cui in tutta modestia anche il sottoscritto, seppe rinnovare la radio dal profondo. Poi l'azienda finì nelle mani di 'manager' incapaci, che non conoscevano il mezzo e che erano stati piazzati nei posti chiavi per (de)meriti politici. Le loro scelte hanno finito per dare i risultati che era lecito attendersi".

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