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LODRINOÈ stato un dipendente del centro benessere a fare scoppiare il caso

13.03.13 - 11:45
Megatruffa alle casse malati: la rivelazione arriva dal portavoce di Helsana. E l’esperta dice: "Difficile scoprire queste cose. Ci vuole sempre una segnalazione"
Ti-Press (archivio)
È stato un dipendente del centro benessere a fare scoppiare il caso
Megatruffa alle casse malati: la rivelazione arriva dal portavoce di Helsana. E l’esperta dice: "Difficile scoprire queste cose. Ci vuole sempre una segnalazione"

LODRINO – Sarebbe stato un dipendente della struttura a fare scoppiare la bomba attorno al centro benessere di Lodrino finito nel mirino del Ministero pubblico per una presunta megatruffa alle casse malati. A confermarlo è Stefan Heini, portavoce di Helsana, che sottolinea: “Il caso di Lodrino è stato scoperto grazie agli impiegati del centro che hanno segnalato la questione alle autorità. Era il 2011”.

Duecento persone coinvolte, una cifra complessiva di circa due milioni di franchi che dovrebbe essere restituita alle casse malati. Il meccanismo, come già riportato da Ticinonline, è noto: a diversi pazienti veniva fatturata una prestazione medica per potere ottenere il rimborso, in realtà però ricevevano un trattamento wellness. Lo stratagemma permetteva dunque al centro di incassare di più e al paziente di non sborsare di tasca sua. Spetterà alle autorità inquirenti stabilire chi tra i 200 pazienti chiamati in causa fosse veramente all’oscuro dell’espediente. Heini sottolinea: “Stando a quanto raccolto dal Ministero pubblico, 47 di queste persone sono legate a Helsana”.

Intanto però fanno rabbrividire le dimensioni del fenomeno nella sua globalità. Sono ben quattro i centri benessere ticinesi sotto inchiesta, per un totale di circa 450 pazienti chiamati in causa. E che il problema sia diffuso lo conferma anche Anne Durrer, portavoce di Santésuisse, l’associazione mantello degli assicuratori malattia elvetici. “Noi ci limitiamo a constatare i reati legati alle assicurazioni di base – dice –. Il fenomeno c’è, ma purtroppo è molto difficile appurare con certezza la realtà dei fatti. Ci vuole sempre qualcuno che faccia una confessione. A noi capita di ricevere segnalazioni dirette dai pazienti. È interessante il fatto che il caso di Lodrino sia scoppiato per una specie di autodenuncia dei dipendenti”.

(RED)    

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