Oliviero Toscani è giunto oggi a Chiasso per presentare la mostra antologica a lui dedicata. È stato accolto da 1’200 persone e dalle autorità
CHIASSO - È un Oliviero Toscani emozionato quello giunto oggi a Chiasso per presenziare all’inaugurazione della mostra antologica a lui dedicata “Oliviero Toscani, immaginare”. Il fotografo è stato accolto da oltre 1’200 persone che hanno dapprima assistito alla conferenza - anche in piedi o fuori dalla porta del Teatro - e poi fatto la coda fuori dal Max Museo per visitare l'esposizione.
Toscani si è presentato al folto pubblico con la sua solita ironia e auto-ironia. Magnetico come le sue fotografie. In poche parole racchiude il proprio pensiero. Un pensiero profondo che raggiunge l’obiettivo in modo diretto, come i suoi scatti. Toscani ha spiegato la sua visione di arte e fotografia. Per lui la foto non deve essere fine a se stessa, «quella è arte, le foto vanno pubblicate, diffuse, bisogna comunicare. Non sono un artista ma un fotografo. Il fotografo è un testimone delle vicende umane. Ha un punto di vista e ha il compito di documentare».
E quando gli dicono che ha saputo raccontare le diversità, le razze, vuole puntualizzare, e lo fa guardando alla Svizzera: «Non esistono razze. C'è solo una razza e la Svizzera dovrebbe saperlo bene visto che il 58 per cento della sua popolazione ha passato migratorio. Grazie a questo la Svizzera può essere un Paese così evoluto».
Tra le autorità presenti all’inaugurazione della mostra fotografica vi è pure Mario Botta. L’architetto ticinese ha ricordato come Toscani abbia insegnato all’Accademia di Architettura poco dopo la sua fondazione.