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CANTONE«So di essere sieropositiva, ma al mio partner non lo dico»

16.02.17 - 07:48
HIV non contagioso: la testimonianza choc di una giovane luganese. Vittorio Degli Antoni, responsabile di Zona Protetta: «È una questione etica, non più giuridica»
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«So di essere sieropositiva, ma al mio partner non lo dico»
HIV non contagioso: la testimonianza choc di una giovane luganese. Vittorio Degli Antoni, responsabile di Zona Protetta: «È una questione etica, non più giuridica»

LUGANO – «So di essere sieropositiva, ma al mio partner per ora non lo dico». È una testimonianza choc, quella di Chiara (nome di fantasia) una giovane luganese che da qualche anno ha il virus dell’HIV. E non si tratta di un caso isolato. Quello dei malati “silenziosi” è un fenomeno che contraddistingue l’ultimo decennio. «Nel 2007 – dice Vittorio Degli Antoni, responsabile di Zona Protetta – è stato pubblicato uno studio che fissa i criteri secondo cui una persona sieropositiva è da ritenersi non contagiosa. Se una persona rispetta questi criteri, può prendersi più tempo per decidere se parlarne o meno col partner. Senza commettere reato. In passato non se lo sarebbe potuto permettere, se non usando il preservativo».

I punti chiave – Viremia azzerata, una cura efficace da almeno 6 mesi, assenza di altre infezioni sessualmente trasmissibili. Sono questi alcuni dei punti chiave contenuti nella pubblicazione scientifica Hirschel, Vernazza, Bernasconi. «Nel corso degli ultimi anni – riprende Degli Antoni – diverse persone sieropositive che abbiamo conosciuto si sono chieste se dirlo subito al partner o dopo un po'…»

Paura del rifiuto – Il dilemma attanaglia Chiara. «Assumo medicamenti che mi proteggono al 100%. Sono fidanzata da diversi mesi. So che il mio ragazzo non rischia nulla. Ma non riesco a dirgli la verità. Temo la sua reazione». «C’è la paura di essere rifiutati – fa osservare Degli Antoni –. L’avevano anche le persone con cui abbiamo avuto a che fare in passato. Qualcuno effettivamente è stato lasciato, ad altri invece è andata meglio. Un tempo il fatto di dovere usare per forza il preservativo spingeva le persone a dovere decidere ancora più in fretta se parlare o evitare di avere rapporti ».

Denunce e condanne – Attualmente in Svizzera sono circa 20.000 i sieropositivi (oltre un migliaio nella Svizzera italiana, 36,7 milioni nel mondo). In passato, anche nella Confederazione, si è arrivati a condannare una persona sieropositiva e contagiosa per non averlo comunicato correttamente al partner. Qualcuno è addirittura stato in carcere per un paio di anni. «Ancora oggi – ricorda Degli Antoni – chi non rientra nei criteri della pubblicazione scientifica del 2007, e non parla, rischia sia la denuncia sia la condanna».   

Blocchi psicologici – La vicenda indica quanto sia radicata la paura della sieropositività anche quando una persona può dimostrare, dati alla mano, di non essere contagiosa. «In questo caso – ribadisce Degli Antoni – si tratta di una questione etica. Non più giuridica. Anche il rigetto ha una valenza etica. È corretto rifiutare qualcuno perché, pur non essendo contagioso, è malato? Questa è discriminazione pura e immotivata».

Derive estreme – Parlare o tacere? In ogni caso occorre documentarsi. Il silenzio unito alla cattiva informazione possono portare a derive estreme. Degli Antoni illustra una storia segnalata a Zona Protetta tramite il servizio di consulenza anonima. «Abbiamo risposto alla telefonata di un padre. L’ex moglie non gli aveva detto di essere sieropositiva. Lui non è stato contagiato. Ma sua figlia è nata sieropositiva. Una situazione veramente drammatica».

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COMMENTI
 

HCLS78 7 anni fa su tio
è una situazione difficile. Pero', per rispetto verso il partner, a mio avviso bisognerebbe dirlo. E' vero che i rischi sono praticamente azzerati, pero' un rischio residuo minimo immagino che ci sia. Tuttavia io appartengo alla generazione X, quella nata negli anni '70 e che è è cresciuta col terrore dell'AIDS, perché a quei tempi (fino alla fine degli anni '90) era considerata una condanna a morte. Difficile quindi fare un paragone con la generazione dei giovani nati negli anni '90, che ha visto diventare l'AIDS piu' una malattia cronica che una malattia che non lasciava scampo.

MrBlack 7 anni fa su tio
Brava egoista...ti auguro che anche lui abbia qualche malattia che ti nasconde per paura di essere respinto

SosPettOso 7 anni fa su tio
Se dovesse avere un problema per cui la cura perde, magari anche solo temporaneamente, d'efficacia? La scelta "se mettere o meno il preservativo", queste persone, l'hanno già sbagliata una volta di troppo e fino ha lì hanno rovinato solo la loro vita. Non trovo normale che possano giocare impunemente con quella altrui. All'automobilista colto in fallo si fa pagare la messa in pericolo astratta (cioè di chi non c'è). Questi invece sono liberi di derogare ad una misura di sicurezza così importante e semplice da applicare.

Calotta Polare 7 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
Lei dice: "Se dovesse avere un problema per cui la cura perde temporaneamente efficacia...". Immagino che lei lo dica sulla base di studi scientifici che ha svolto e contraddicono quanto la scienza dice sulla non trasmissibilità di chi segue specifiche cure. Ci dà il riferimento della pubblicazione scientifica? La sua affermazione sulla scelta di mettere il preservativo o no che queste persone avrebbero già sbagliato una volta è ignobile, offensiva, disumana, vergognosa. Penso a chi ha ereditato l'HIV e vive una vita di condanne. Penso a chi è morto a 20 anni per colpe che non porta. La sua mentalità è medievale, uguale a quella di chi condannava gli "untori", chi emarginava gli appestati.

SosPettOso 7 anni fa su tio
Risposta a Calotta Polare
No, la mia è una mentalità "preventiva". Conosce l'effetto che ha il pompelmo sui farmaci antirigetto? Dato che i farmaci che tengono a bada l'HIV sono nuovi e sempre in evoluzione, difficilmente ne possono essere conosciute tutte le interazioni e la reazione in ogni soggetto. Sono daccordo che la frase riguardante il preservativo prima sia una generalizzazione che puo' ferire una parte dei contagiati. Effettivamente non tutti sono colpevoli del loro male. Diventerebbero però colpevoli del male altrui se però dovessero contagiare altri... pubblicazioni scientifiche o meno.

vulpus 7 anni fa su tio
Ci sono fatti, come la violenza domestica è perseguita d'ufficio. In questo campo, molto delicato, si investono enormi risorse per la prevenzione e per le cure , per chi disgraziatamente contra il virus. Ora di fronte ad una situazione del genere cosa può pensare il cittadino? Questa persona che ,in teopria potrebbe diffondere il virus,potrebbe essere perseguita, come già è stato fatto in casi seppur sporadici, di persone che hanno purtroppo contagiato altre persone, ben sapendo di essere ammalate?

Homer_Simpson 7 anni fa su tio
Questo blog non mi permette di scrivere quello che penso di te....

rojo22 7 anni fa su tio
Purtroppo abbiamo costruito una società che automaticamente ritiene buono e giusto tutto ciò che è legale. Inutile quindi fare le verginelle: i politici che legiferano li eleggiamo noi. Vogliamo sempre più libertà (anche a spese degli altri) e quindi non sorprendiamoci.

tip75 7 anni fa su tio
è assolutamente VERGOGNOSO che non sia più una questione giuridica, e peggio ancora che venga anche sostenuto pubblicamente. Perchè non raccontano quante pastiglie uno deve prendere quando rischia di contrarre il virus? Non parliamo di un influenza...ne di un aspirina...

moonie 7 anni fa su tio
fa specie che una non lo dice al fidanzato, ma lo dice ai media sa un po' di fregnaccia

Cleofe 7 anni fa su tio
peccato non esista la castrazione forzata.

Calotta Polare 7 anni fa su tio
Risposta a Cleofe
Per chi ha la sua mentalità e potrebbe trasmetterla?

dino 7 anni fa su tio
Magari a lui interessa anche sapere quando e come l'ha presa....

dino 7 anni fa su tio
In un rapporto, oltre all'amore vi è un altro punto fondamentale che senza di essa non funziona, ovvero la fiducia. Se questa tipa può essere libera di dirlo o non dirlo, lui deve essere libero di scegliere se stare o non stare. Bella società abbiamo si muove esclusivamente sulla paura e sul egoismo. Poi il colmo: se lui sapendolo la lascia sarebbe discriminazione??

Calotta Polare 7 anni fa su tio
Risposta a dino
Sono d'accordo. Ma la fiducia andrebbe ancorata alla legge? Allora però definiamo anche nella legge che tutti quelli che vanno a p....ane o che tradiscano siano obbligati a dirlo al partner, che chi non subito parla di altri problemi di salute, sociali, mentali, famigliari subito al proprio partner sia punito legalmente.

mambo 7 anni fa su tio
Ma bravaaaaa alla faccia della sincerita e dell " onesta ma ormai al giorno d "oggi non ci si meraviglia più di niente !

Laika1 7 anni fa su tio
Complimenti alla sincerità.... Poi non lamentarti se ti lascia perché non hai detto la verità. In una coppia a mio avviso la sincerità è un punto molto importante è anche avere rispetto del prossimo... Io ti auguro ogni bene e che il tuo compagno quando lo verrà a sapere ti potrà capire e perdonare!!!
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