Nella Svizzera italiana stanno sparendo gli spazi per praticare gratuitamente attività non competitive. Ecco l’ennesimo caso. Preoccupato anche il ministro dello sport Manuele Bertoli
GIUBIASCO - «Hanno piantato le modine senza neanche avvertirci. Per noi è stato davvero uno schiaffo». È amareggiato Mattia Werner, giocatore dello Skater Hockey Giubiasco. Il campetto in catrame su cui si allena il suo gruppo sarà presto soppresso per lasciare spazio a un centro polisportivo, la T11 Sport Arena. Ed è l’ennesimo caso che dimostra come nella Svizzera italiana stiano piano piano sparendo le possibilità di praticare gratuitamente attività non competitive.
Progetto di riqualifica - A Giubiasco si parla di progetto di riqualifica per il terreno accanto al campo di calcio nella zona tra l’argine e via del Piano. Il nuovo palazzetto, la cui domanda di costruzione risulta pubblicata all’albo, sarà dotato di campi sintetici e sarà rivolto soprattutto agli amanti del calcetto. «Insomma – evidenzia Werner – per chi pratica il nostro sport non ci sarà alcuna altra possibilità. Senza contare che finora l’accesso a quel terreno era gratuito e aperto a tutti. Mentre le attività all’interno del palazzetto saranno tutte a pagamento».
Manutenzione “fai da te” - Ma c’è un altro aspetto a fare infuriare i ragazzi dello Skater Hockey Giubiasco. «Si sente dire che quella è un’area semi abbandonata. Ma vi rendete conto che ogni settimana è frequentata da decine di persone tra i dieci e i sessant'anni? E non solo da giocatori del nostro gruppo. Ci vanno anche ragazzini della zona. Per passare pomeriggi e serate in compagnia. Il nostro gruppo si è sempre dato da fare per la manutenzione di questa struttura. Ignorarci è stato davvero un gesto di scarsa gratitudine».
Luogo di integrazione - Il gruppo, tuttavia, non intende mollare. «Presto intendiamo incontrare le autorità comunali – dice Werner – vogliamo che il campo in catrame e le nostre attività vengano in qualche modo preservate. Noi non siamo contro il centro polisportivo. Lo potrebbero benissimo costruire nell’area accanto, senza eliminare il nostro campo. Questo è un luogo di integrazione importante».
La voce dei promotori - «Tutto è ancora in fase di definizione – fanno sapere i responsabili della Lamax, la società promotrice del progetto – l’investimento, che ammonta a un milione e mezzo di franchi, è mirato principalmente alle attività legate al calcetto. Non sapevamo che ci fossero persone che frequentassero assiduamente quel terreno. Cercheremo di tenerne conto in qualche modo».
Il Municipio - Dal canto suo Sonia Grisetti, segretaria comunale di Giubiasco, invita tutti alla calma. «In fondo per adesso c’è solo una domanda di costruzione regolarmente appesa all’albo. Incontreremo volentieri questi ragazzi. Siamo aperti al dialogo. Altro davvero non posso dire. È prematuro».
Il ministro dello sport - Sarà. Ma intanto non è la prima volta che la possibile soppressione di uno spazio sportivo pubblico balza agli onori delle cronache. Era già accaduto, tanto per citare un esempio, per il campetto di calcio delle Semine, a Bellinzona. Il trend preoccupa anche il ministro dello sport Manuele Bertoli. «Effettivamente – ammette – non è una tendenza piacevole. Se per quanto riguarda lo sport agonistico il Ticino è messo molto bene, con decine di federazioni e strutture che permettono di praticare un’infinità di attività, è innegabile che per lo sport non competitivo, di prossimità, ogni tanto ci siano dei problemi».
Sensibilizzazione - I classici campetti di quartiere, dove si improvvisano partite di calcio, basket e quant’altro in maniera spontanea sono sempre più messi in discussione. «In particolare nelle aree urbane, dove alcuni territori sono molto contesi, c’è sovente la tentazione di ridurre o sopprimere questi spazi. Lo sport di prossimità è importante, e spero che i poteri locali, quali Comuni e Patriziati, lo capiscano».