Cerca e trova immobili

MAGADINO«Ben 85 chili in meno, la svolta della mia vita»

25.02.16 - 17:32
Cresce l’obesità in Svizzera, ed è boom di bypass gastrici. La favola a lieto fine del 32enne ticinese Dario La Barbera
«Ben 85 chili in meno, la svolta della mia vita»
Cresce l’obesità in Svizzera, ed è boom di bypass gastrici. La favola a lieto fine del 32enne ticinese Dario La Barbera

MAGADINO - «Sono rinato. Con quell’operazione ho perso 85 chili. Mi sento un'altra persona». Dario La Barbera, 32enne di Magadino (Gambarogno), fino a poco più di un anno fa era un ragazzo obeso. Pesava 167 chili. Oggi ha un fisico atletico e slanciato e di chili ne pesa 82. Merito del bypass gastrico, l’ultima frontiera per combattere il crescente fenomeno dell’obesità, a cui si è sottoposto il 17 febbraio del 2015. «Ogni anno - dice Adriano Guerra, primario di chirurgia all’ospedale San Giovanni di Bellinzona - in Svizzera si effettuano circa 4'000 interventi chirurgici contro l’obesità. Una settantina in Ticino. Nella maggior parte dei casi si tratta proprio di bypass».

Elvetici oversize - Stando ai dati dell’Ufficio federale di statistica quasi la metà della popolazione elvetica è in sovrappeso. Mancanza di movimento e alimentazione malsana sono tra le principali cause del fenomeno. «Nel mio caso - spiega Dario, sposato e padre di due bimbi - c'era una predisposizione genetica unita a cattive abitudini alimentari che portavo avanti da tempo. Le ho provate tutte per dimagrire. Diete drastiche, pasticche, pure l’anello di gomma che ti restringe lo stomaco».

Tragitto più corto - Col bypass gastrico viene modificato il tragitto del cibo. Da una parte si ottiene una diminuzione della fame e un minore assorbimento del cibo, dall’altra un senso di sazietà per effetto anche degli ormoni che il corpo produce come reazione alla nuova situazione. «Quella del bypass gastrico è la soluzione più gettonata oggi - riprende Guerra -. Ce ne sono anche altre comunque. È sempre lo specialista, in accordo col paziente, a valutare la situazione e a decidere come procedere. In alcune circostanze il bypass gastrico non è consigliato. C’è comunque un certo rischio di complicazioni dovute a imprevisti. Queste, sono però accettabili se confrontate ai benefici che si ottengono in termini di qualità e aspettativa di vita».

Rieducazione - Oggi lo stomaco di Dario ha la capienza di una tazzina da caffè. «Per arrivarci però ho fatto fatica. Dopo l’operazione, per un mese ho ingerito solo liquidi, poi pappine. Dovevo rieducarmi e imparare a gestire lo stimolo della fame. Prima divoravo ogni cosa, dolci e cibi calorici. Ora sto parecchio attento. Faccio visite periodiche e resto sotto stretta osservazione».

Sedentarietà e abbuffate - Guerra aggiunge: «In queste circostanze gli aspetti psicologici fanno la differenza. Se uno fa il bypass gastrico e poi riprende ad abbuffarsi o a essere sedentario rischia di tornare al peso di prima. Questa operazione ha un senso se si ha la ferma volontà di riuscire a centrare e a mantenere l’obiettivo. Essenziale è l’apporto dell’équipe di specialisti che deve seguire il paziente».

Il salto di qualità - Dario in questo è un paziente modello. Controlla la sua alimentazione e fa tantissima attività fisica. «Non ne voglio assolutamente sapere di tornare indietro. Sto troppo bene così. Il mio processo di dimagrimento è stato particolarmente accelerato rispetto ad altri pazienti. E questo perché mi sono applicato tanto. Adesso passo molto più tempo con la mia famiglia e ho pure ripreso a giocare a pallone come si deve. Anche dal punto di vista sessuale è tutta un’altra cosa. Certo, è rimasta della pelle in eccesso. Ma col tempo riuscirò a sistemare anche questo lato estetico».

Il problema ticinese - Nella Svizzera italiana la chirurgia metabolica è esercitata da anni presso l'Ospedale San Giovanni di Bellinzona, oppure presso la clinica privata Moncucco di Lugano. Da luglio 2015, tuttavia, le casse malati non riconoscono più determinati interventi se svolti in Ticino. «E questo - sostiene Guerra - perché con due centri è quasi impossibile arrivare ai 50 interventi l'anno per struttura richiesti dalla certificazione. La conseguenza? Il 30% dei nostri pazienti adesso deve essere operato oltre San Gottardo. Noi comunque li prepariamo all'intervento e li seguiamo anche successivamente».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE