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CHIASSONella "bisca" legalizzata: "Non facciamo nulla di male!"

07.11.14 - 07:22
Subito dopo la chiusura della sala poker vicino alla Dogana un’altra ha aperto i battenti, in nome del "gioco moderato"
Nella "bisca" legalizzata: "Non facciamo nulla di male!"
Subito dopo la chiusura della sala poker vicino alla Dogana un’altra ha aperto i battenti, in nome del "gioco moderato"

CHIASSO - Si ritrovano al calar delle tenebre, all’interno di un’ex fabbrica non lontano dalla Dogana di Chiasso. Di qua dal confine, perché "i pokeristi ticinesi preferiscono non giocare su suolo italiano" spiega uno degli organizzatori.

La cosa non vale all’incontrario. E la sala verso le 21.30 si riempie di frontalieri del poker ma anche "di lavoratori, ingegneri, medici, anche qualche croupier di professione che per legge non può giocare nei casinò, gente del posto e da tutto il Sottoceneri" spiega Jacopo, 30 anni, uno dei "padroni di casa": è stato lui ad aprire la sala, subito dopo la chiusura per fallimento dell’ultimo circolo per pokeristi del Ticino, sempre a Chiasso, a giugno scorso.

"Abbiamo scelto la forma dell’associazione culturale, e il nome di un altro circolo di poker chiuso due anni fa a Balerna per dissapori con il Municipio, “Runner Runner”" spiega Jacopo. Il tutto in sordina, per quieto vivere – "sa, i vicini di casa..." – ma in piena regola: "Sono i soci, non la sala, a organizzare le partite: noi prendiamo solo una quota di pochi franchi per il posto al tavolo".

Certo i casinò non sono contenti: "La legge federale proibisce il gioco d’azzardo fuori dalle case da gioco, e il poker, anche se giocato nella forma del torneo, è un gioco d’azzardo" osserva Mark Friederich della Federazione svizzera dei casinò. "Non facciamo male a nessuno, la nostra formula non permette ai giocatori di rovinarsi come accade invece nei casinò" ribattono da Runner Runner. Il dibattito è aperto, ma l’applicazione della nuova legge sui giochi, approvata dal popolo nel 2012, dovrebbe chiudere la mano liberando il poker fuori dai casinò. Intanto i giocatori seduti al tavolo di Chiasso in una fredda notte d’inizio novembre optano per l’anonimato: legge a parte, ci sono sempre le mogli, il Municipio, i vicini... meglio giocare a volto coperto.

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