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PROCESSO DI DAROOmicidio Garatti: ecco le vite dei tre accusati

24.07.12 - 11:10
È partito il processo per uno dei più terribili delitti che abbiano colpito il Ticino negli ultimi 20 anni
Tipress
Omicidio Garatti: ecco le vite dei tre accusati
È partito il processo per uno dei più terribili delitti che abbiano colpito il Ticino negli ultimi 20 anni

BELLINZONA - Un ragazzo dal profilo complesso, dal comportamento impulsivo, con diversi problemi di salute e un quoziente intellettivo piuttosto basso. In sintesi è il modo con cui il giudice Claudio Zali dipinge Ferdonije Fila, classe 1983, cittadino kosovaro, il primo dei tre accusati a essere interrogato nell'ambito del processo per l'omicidio di Arno Garatti, in corso da stamattina a Bellinzona. Fila è alla sbarra con l'accusa di favoreggiamento. Avrebbe infatti tentato di aiutare D.D, il minorenne figliastro di Garatti, nonché esecutore materiale del delitto, a occultare il cadavere.

In tre alla sbarra - Accanto a Fila, in aula, ci sono Mitra Djordjevic, madre di D.D. e moglie di Arno Garatti, accusata di essere la mente del delitto, e il venditore Mario Paiva, l'uomo che ha venduto l'arma a D.D. e che gli avrebbe pure dato una mano a gestire la situazione. Non solo: Paiva sarebbe stato presente nell'appartamento di via Daro poco prima che D.D. uccidesse il patrigno. Ai primi violenti colpi di D.D contro Garatti, Paiva si sarebbe allontanato, ben conoscendo le intenzioni del minorenne.

La svolta - Mentre Zali legge i verbali, Fila fa fatica a stare seduto, ogni tanto si alza in piedi. "Problemi alla schiena", sussurra. Dalla sua versione dei fatti, il giorno 1 luglio 2011, data dell'omicidio di Garatti, Fila, invalido con un permesso B, sarebbe stato a casa tutto il giorno. Sarebbe stato contattato poi nei giorni successivi da D.D., su consiglio di Mario Paiva, che avrebbe detto al minorenne: "Quello ti può aiutare, ha la macchina". Molto combattuto, Fila si confiderà con Giorgio Romano, suo medico e persona di fiducia. Sono le dieci e mezza di sera del 6 luglio 2011. Romano non ha esitazioni e consiglia a Fila di chiamare la polizia. Di lì a poche ore gli agenti si recheranno a Daro, nell'appartamento di Garatti, e troveranno una scena raccappricciante.

Il venditore - Tocca a Mario Paiva, classe 1965, raccontare la sua storia. Il portoghese parla del suo arrivo in Svizzera, del suo matrimonio, del divorzio. E si sofferma parecchio sul suo lavoro di venditore ambulante. "Perché io ho sempre lavorato. Da 16 anni pago gli alimenti ai miei figli". E aggiunge: "Prima giravo le città svizzere, vendendo i miei oggetti. Vendo di tutto. Dall'aprile del 2011 avevo aperto il 'negozio degli affari' a Bellinzona. Sembrava potere funzionare". Il giudice fa emergere alcuni problemi con la giustizia avuti in passato da Paiva. Lui non si nasconde.

Parla la madre - L'ultima a parlare è Mitra Djordejevic, madre di D.D e moglie di Arno Garatti. Racconta della sua attività di cameriera, in Svizzera interna, in  Lichtenstein, in Serbia, sua terra natale. Parla dei suoi matrimoni e dei suoi divorzi. Con fatica e con le lacrime agli occhi fa riferimento al suo 'primissimo marito', da cui ha pure avuto una figlia. "È una storia che mi fa troppo stare male", dice al giudice. Nel 1985 conosce il padre di D.D. e nel 1992 arriva il divorzio. Poi è un continuo ping pong tra Svizzera e Serbia. Il racconto della donna si fa confuso e intricato. Tornerà in Ticino nel 2010 e da maggio allaccerà un rapporto sentimentale con Arno Garatti. Nell'ottobre dello stesso anno si sposano. Per la donna è il quarto marito.

A questo punto il giudice chiede un quarto d'ora di pausa.


 

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