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PREONZODestini incrociati sotto la frana del Valegion

10.09.11 - 16:26
I destini di due imprese: chi resta perché non può fare altrimenti e chi ha deciso di ripartire nel Sottoceneri
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Destini incrociati sotto la frana del Valegion
I destini di due imprese: chi resta perché non può fare altrimenti e chi ha deciso di ripartire nel Sottoceneri

PREONZO – Due storie di imprenditoria ticinese, di lunghe giornate passate a lavorare in varie zone del Cantone e della ricerca di far quadrare i bilanci alla fine del mese. Due vicende unite dalla frana del Valegion, e divise dalla reazione alla “zona rossa” e al blocco delle attività: chi resta, e chi riparte da zero, da un’altra parte.

Sono le vicende della Betra SA e della Genazzi&Artioli, fino ad alcuni mesi fa entrambe ubicate nella zona industriale di Preonzo, sotto una delle montagne più famigerate del Ticino. La Betra è rimasta, mentre la Genazzi&Artioli si sta preparando ad aprire la nuova sede a Lamone. Due scelte dettate da vari fattori, ma accomunate dai mesi difficili dell’allarme per la frana.

Genazzi&Artioli - Nella zona industriale di Lamone lo stabile della Genazzi&Artioli è cresciuto velocemente: iniziato a marzo, a settembre siamo già alle finiture. “A fine settembre saremo operativi al 100%” confermano Stefano Artioli e Andrea Blotti, rispettivamente proprietario e dirigente. L’attività del leader nel settore del noleggio di infrastrutture per eventi riparte nel Luganese, alla ricerca di maggiori opportunità e nuovi clienti. L’abbandono della vecchia sede è stato sofferto, ma inevitabile. “Non potevamo permetterci di rischiare un nuovo blocco delle attività, quindi si poteva solo andare via. Abbiamo scelto Lamone per una serie di ragioni: economica e di prospettiva di lavoro innanzitutto, e poi la maggioranza dei dipendenti viveva già nel Luganese”.

Betra – Chi invece si trova costretto a restare a Preonzo è la Betra SA, impresa attiva nel trasporto su gomma, nella movimentazione del materiale e gestione e vendita di materiali inerti. “Io non ho i mezzi per andare via” dichiara Luca Genetelli, titolare dell’impresa che dà lavoro ad una ventina di persone. “Comprendo la scelta della Genazzi&Artioli: hanno avuto la forza di rischiare e ripartire, io non me lo posso permettere, e ad oltre quarant’anni non ne ho nemmeno più la voglia”. La Betra ha, meno di due mesi fa, ricevuto la licenza di costruzione per la ristrutturazione del capannone nella zona industriale di Preonzo, come vi avevamo già dato notizia. “La domanda preliminare era stata inoltrata e accolta nel 2009” afferma Genetelli, “poi la domanda vera e propria è stata sospesa quando è accaduto il fattaccio”. Il capannone verrà ristrutturato e non ampliato, se non in altezza. Costruire ex-novo nell’area resta impossibile, e impensabile.

Ai tempi della frana – “Quando è avvenuto lo smottamento, i nostri clienti hanno avuto paura”. Stefano Artioli ricorda i drammatici giorni nei quali la sua attività ha rischiato di restare compromessa. “Si stava avvicinando la stagione di maggior lavoro, e il nostro magazzino era bloccato”. La soluzione fu trovata in fretta e furia: spostare tutto, con grandi sforzi, a San Vittore nei Grigioni. Salvata la stagione estiva, restava il dilemma: cosa fare in futuro? “Il Cantone si era attivato ed avevamo avviato trattative per uno spostamento a Mezzovico, che alla fine non sono andate in porto”. La ditta trovò quindi un terreno libero qualche chilometro più a sud, ed è pronta a ripartire.

Per la Betra la situazione fu differente. “Noi abbiamo un capannone a Preonzo, e usiamo l’aria soprattutto come parcheggio. I nostri camion sono in giro per tutto il giorno. Quindi non avremmo avuto particolari problemi, a meno che la frana fosse caduta di notte travolgendo gli automezzi. Il fatto è che dal Cantone nessuno si interessò a noi. Non abbiamo ricevuto proposte, e quando le abbiamo fatte noi non sono state accettate, come quella di abbattere un piccolo bosco e spostarci”. In più sorse un’altra difficoltà: al momento della pubblicazione del Piano dei pericoli della zona sottostante al Valegion, il capannone della Betra fu classificato per metà nella zona rossa, e per metà in quella gialla”. Una situazione che avrebbe di fatto bloccato le attività, in caso di pericolo. “Ho fatto subito ricorso” ricorda Genetelli “ma è stato giudicato irricevibile, in quanto le autorità non entravano nel merito delle conseguenze alla pubblicazione del Piano”. Nel frattempo la situazione è mutata, come testimonia anche il rilascio della licenza di costruzione: il capannone che sarà ristrutturato si troverà interamente in zona gialla, ovvero in area di rischio relativo.

Gli aiuti - Genetelli, più volte durante la nostra telefonata, afferma di essere una persona che non ama la pubblicità, e che è andata avanti in silenzio. Un po’ di amaro in bocca però c’è. “Siamo stati illusi dalle autorità, e poi niente. Hanno pensato in primis al più grosso (un’azienda che opera nel settore del Pet, ndr), e gli altri si sono poi arrangiati. Artioli ha avuto modo di andare, e penso abbia fatto bene. Io mi difendo. La mia impresa non è poi così piccola, ma le soluzioni che mi sono state proposte non erano accettabili”. Genetelli ricorda come (si era al via della campagna elettorale per le cantonali) molti si esprimevano sul futuro delle aziende di Preonzo. “Quasi tutte sparate in chiave elettorale. Lo spostamento in Leventina, che ci avrebbe dissanguato con la tassa sul traffico pesante, oppure ad Arbedo-Castione, dove il terreno costava troppo. L’aiuto che abbiamo ricevuto? Pari a zero”. Ora la Betra si prepara ad andare avanti. “L’incertezza resta, ma mi sono messo il cuore in pace”.

Anche Artioli concorda con l’ex vicino di capannone, parlando anche delle difficoltà che ha incontrato dopo aver affittato ad altri i capannoni di Preonzo. In merito all’interessamento cantonale ammette di aver visto del sincero interesse, ma crede che l’allarme iniziale sia stato sovrastimato. “Fortunatamente siamo usciti dalla crisi perché la ditta era sana e flessibile, ma non è stato facile”. Anche per loro l’attività presto ripartirà, con nuove offerte e nel contesto del Sottoceneri. Nel frattempo, sopra le industrie di Preonzo, la frana del Valegion resta stabile. Dopo i movimenti di luglio a fare paura è la prospettiva di un autunno particolarmente piovoso. Che potrebbe far ripartire gli smottamenti, e riaccendere la paura.

 

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