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LUGANO - Essere alto 1.68 può rappresentare per alcuni un grosso handicap. Un grossisimo handicap se si abita in Norvegia. Lo veniamo a sapere direttamente dalla bocca del protagonista di "Headhunters", film visto dinamico e adrenalinico, del norvegese Morten Tyldum: essere alto 1,68 (ma quanto sono alti in Norvegia?), è un bel problema se vuoi avere una moglie così alta, bella e sexy come Diana.
Pochi centimetri? Meglio allora puntare su tanti soldi e su un portafogli perennemente pieno, pur di acquistare fascino agli occhi delle donne? Il protagonista inizia dunque a fare acquisti fuori dalla sua portata. Insomma è convinto che Diana stia con lui solo per i soldi. Lui per adempiere a questo strano legame e la sua situazione economica ruba opere d'arte. Il film entra nel vivo dopo che la moglie, per l'ennesima volta, gli chiede un figlio, che Roger non vuole, e quando si presenta l'occasione di rubare un quadro prezioso e mettersi il cuore in pace.
Da questo momento il film è un continuo crescere di intensità: lui scappa inseguito da un'invasato sanguinario per salvarsi la pellaccia. La fuga è un'insieme di situazioni bizzarre, che non sanno annoiare. I personaggi sono ben caratterizzati e a volte buffi, come ad esempio il socio sessuomane patito per le armi o come la coppia di poliziotti gemelli obesi.
Dopo essersi rotto tutte le ossa ferito nei modi peggiori scopre che alla moglie non importa dei soldi. Perché? Lei lo ama veramente, una situazione decisamente frustrante ma non per Roger che prende coraggio ed escogita un piano per mettere in salvo la vita. Durante il film a volte capita di non riuscire a seguire i ragionamenti e le associazioni mentali del protagonista, ed è forse l'unica pecca di Headhunders.
