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TICINOPer un Ticino vivibile, no a un pretestuoso raddoppio del San Gottardo

27.05.10 - 11:21
Per un Ticino vivibile, no a un pretestuoso raddoppio del San Gottardo

ALTDORF - - Nove organizzazioni ticinesi lanciano una petizione per assicurare un collegamento sostenibile sud-nord senza una seconda galleria autostradale al San Gottardo. La ferrovia rappresenta l'alternativa ideale, in grado di assicurare questo importante collegamento anche durante un'eventuale chiusura della galleria stradale attuale.

Il Ticino ha bisogno di un collegamento sostenibile verso il nord. È con questa convinzione che nove organizzazioni ticinesi (Iniziativa delle Alpi, Pro Natura, WWF, Leventina vivibile, sindacato SEV, SOS Ambiente, Greenpeace, ATA Associazione traffico e ambiente e Medici per l'ambiente) lanciano oggi una petizione.

La questione del collegamento sud-nord diventerà centrale quando la galleria stradale attuale del San Gottardo dovrà essere rinnovata e probabilmente chiusa temporaneamente. I promotori della petizione chiedono che questi lavori non comincino prima dell'entrata in servizio della galleria ferroviaria di base nel 2017, in modo da permettere la circolazione di treni navetta per il trasporto di auto e camion. Uno studio pubblicato dall'Iniziativa delle Alpi ha dimostrato la fattibilità di questa soluzione. L'alternativa ferroviaria permette il trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia.

La petizione è rivolta contro la costruzione di una seconda galleria stradale al San Gottardo. Una tale opera è costosa, aumenterebbe il traffico sulle strade portando pregiudizio alla salute dei ticinesi. Essa è contraria all'articolo costituzionale per la protezione delle Alpi. Il popolo ticinese si è già espresso due volte contro un aumento della capacità di trasporto di questa galleria autostradale: nel 1994 col «sì» all'iniziativa delle Alpi e nel 2004, quando ha respinto il controprogetto «Avanti».

La petizione sarà consegnata al Governo ticinese, al Consiglio federale e alle Camere federali e vuole essere una risposta all'iniziativa cantonale a favore del raddoppio, accettata lo scorso novembre dal Gran Consiglio ticinese.

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