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A sostenerlo è la Piattaforma Svizzera Europea, nonostante ci siano ancora questioni da risolvere.
BERNA/BRUXELLES - Secondo la Piattaforma Svizzera Europea (PSE), il progetto di mandato negoziale con l'UE, presentato dal Consiglio federale a dicembre, contiene «risultati impressionanti», benché ci siano ancora alcune questioni in sospeso, come la protezione dei salari.
Un aspetto quest'ultimo, si dice convinta l'associazione, che può essere risolto nel corso dei negoziati. Secondo la PSE, la Svizzera deve cogliere questa occasione per concludere accordi con l'UE che consentano una partecipazione regolamentata alle libertà del mercato interno europeo e ad altre aree di cooperazione europea.
L'associazione accoglie con favore gli obiettivi già raggiunti durante i colloqui esplorativi. In particolare, vengono citati la direttiva sulla cittadinanza europea, gli aiuti di Stato, la risoluzione delle controversie e l'adozione dinamica del diritto europeo, ambito che ora prevede eccezioni, e la "clausola ghigliottina" che è stata abolita.
In termini di protezione dei salari, la PSE è soddisfatta che l'UE abbia fatto proprio il principio della «parità di retribuzione per lo stesso lavoro nello stesso luogo», nonché il fatto che la Svizzera non sarà obbligata ad adottare la nuova legislazione comunitaria se questa dovesse comportare un abbassamento dell'attuale livello di protezione. La PSE chiede inoltre che la Svizzera venga reintegrata nei programmi di ricerca e formazione dell'UE.
La Piattaforma Svizzera Europea è un'associazione indipendente e apartitica composta da organizzazioni della società civile come il Movimento europeo Svizzera, Operazione Libero o l'Associazione svizzera di politica estera.
