Nenad Stojanovic valuta al 30% le chance di riuscita della raccolta. Per ora sono 12mila. Entro il 7 aprile ne servono 50mila
BERNA - Il politologo Nenad Stojanović valuta al 30% le chance di riuscita della raccolta di firme per il referendum contro la legge di applicazione del mandato costituzionale sull'immigrazione di massa.
«Abbiamo fissato alla fine di marzo il termine per l'invio a noi», afferma il Stojanović in un'intervista pubblicata dalla piattaforma informativa online Infosperber.ch. L'ex granconsigliere socialista ticinese non esclude che in quel momento arrivi «una valanga».
Domenica la Gioventù socialista svizzera deciderà se sostenere il referendum, come chiesto dalla sezione ticinese: in caso di sì le chance salirebbero al 50%, spiega Stojanović. Al momento le firme sono 12'000, entro il 7 aprile dovranno essere 50'000.
A suo avviso aver lanciato la raccolta è stato comunque importante: «anche se fallirà, si potrà dire che il popolo ha avuto una possibilità concreta di esprimersi sulla legge. Se nemmeno un percento degli aventi diritto di voto - i 50'000 di un referendum - utilizza questa possibilità, ciò rappresenta una implicita affermazione politica».
Stojanović ha detto di aver ricevuto anche un'offerta di un'organizzazione che ha proposto di raccogliere le firme in cambio di un compenso, ma di aver rifiutato per motivi di principio. «Ritengo che queste pratiche andrebbero proibite».
«Dormo 5 ore a notte» - Il 41enne si impegna così in prima persona. «Dal 28 dicembre a causa del referendum dormo solo cinque ore per notte», ha detto. Lo scorso fine settimana ha passato un giorno intero in piazza a Lugano: fra le 9 e le 15 ha così raccolto 130 firme. «Siamo un comitato di nove membri, volontari, che si impegnano secondo le loro possibilità. Ho un lavoro e una famiglia. Facciamo quello che possiamo».
Secondo Stojanović quelli che riescono a raggranellare 50'000 sottoscrizioni sono l'UDC, che ha i soldi per spedire un giornale di Christoph Blocher in ogni cassetta delle lettere, o sul fronte opposto i sindacati, che mandano il loro personale a raccogliere firme durante l'orario di lavoro. «Penso che le recenti idee volte ad aumentare il numero minimo di firme vadano nella direzione sbagliata», conclude l'ex collaboratore dell'allora ministro dei trasporti Moritz Leuenberger.