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SVIZZERA / GERMANIAQuando i richiedenti l'asilo sono accolti con uno striscione di benvenuto

21.01.13 - 21:19
In Svizzera considerati un pericolo e un costo. In una cittadina tedesca una gara di solidarietà per accoglierli nel migliore dei modi. L'esempio di Wandlitz
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Quando i richiedenti l'asilo sono accolti con uno striscione di benvenuto
In Svizzera considerati un pericolo e un costo. In una cittadina tedesca una gara di solidarietà per accoglierli nel migliore dei modi. L'esempio di Wandlitz

BERNA - Oggi a Berna la giornata è stata caratterizzata dalla discussione sulla ristrutturazione della politica d'asilo in Svizzera. Il tema è uno dei più seguiti dagli svizzeri, preoccupati più che altro dai problemi di ordine pubblico e dai costi generati dagli ultimi flussi migratori provenienti, in modo particolare, dall'Africa.

Berna si sta dando un gran da fare per trovare una sistemazione ai richiedenti asilo presenti in Svizzera. Tanto che a un certo punto ha pensato di convertire vecchi accantonamenti militari e della protezione civile di montagna in centri di accoglienza temporanea. Una proposta che ha suscitato la reazione negativa dei comuni interessati e lo scetticismo delle autorità cantonali. Per mezzi di soccorso e polizia raggiungere posti così isolati ci vorrebbe troppo tempo.

Soltanto nel 2012 sono state 24.000 le domande di asilo inoltrate in Svizzera. I centri federali di registrazione a Chiasso, Vallorbe, Basilea, Kreuzlingen e Altstetten ne hanno a disposizione 1.400. 

Una soluzione è necessaria e al più presto. Il Ministro di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga ha intenzione di far approvare le modifiche di legge necessarie a evitare opposizioni di Cantoni e Comuni alla collocazione di richiedenti asilo. Cantoni e Comuni che hanno la possibilità di bloccare richieste di creazione di centri di accoglienza.

Dalla Germania arriva un bell'esempio di civiltà e accoglienza. Il caso è quello di Wandlitz, cittadina di 20mila abitanti del Brandeburgo, nel circondario rurale di Barnim (BAR). Ed è proprio dal capoluogo di circondario che nelle ultime settimane del 2012 è stato deciso di assegnare 50 richiedenti asilo a Wandlitz. Facile immaginare mugugni e malcontento tra i cittadini di un comune di provincia, timorosi di problemi di ordine pubblico e criminalità. In Germania, contrariamente alla Svizzera, quando ad un comune viene assegnato un certo numero di richiedenti asilo, questo non ha possibilità di opporsi.

All'esecutivo di Wandlitz non è rimasto che accettare e trovare un modo per sistemare i cinquanta richiedenti asilo assegnati (tra i cinquanta richiedenti ci sono 12 ragazzi dai 2 ai 16 anni) provenienti dall'Africa, dalla Cecenia, dal Pakistan e dal Vietnam. Trovato il luogo di sistemazione, un ex  internato di un istituto scolastico ristrutturato grazie alle donazioni dei cittadini, è iniziata la gara di solidarietà. Il Municipio di Wandlitz ha coinvolto asili, scuole, associazioni di volontari in una gara di solidarietà per fare in modo che queste persone arrivate da lontano ricevessero un'accoglienza degna di un paese civile. I bambini della scuola materna hanno raccolto vecchi giocattoli per i loro coetanei profughi, alcuni studenti del ginnasio locale si sono offerti volontari per la facilitare il dialogo tra gli ospiti e i cittadini locali fungendo da veri e propri interpreti, mentre le aule sono state aperte ai profughi che vogliono seguire corsi di tedesco. La squadra di calcio locale ha poi invitato tutti coloro che vogliono praticare dello sport a partecipare agli allenamenti e a giocare. 

"Due mesi fa la situazione non era quella di oggi - ha raccontato alla RBB Mathis Oberhof, volontario che si occupa di raccogliere le donazioni dei cittadini di Wandlitz - c'era molto scetticismo, paura della criminalità e dei richiedenti asilo e c'è chi aveva avanzato la proposta di una petizione contro il centro. Oggi sto invece conoscendo l'altro lato di Wandlitz".

Un comune che, addirittura, ha esposto uno striscione di benvenuto agli ospiti venuti da lontano, scritto in diverse lingue del mondo.

E mentre in Svizzera degli esseri umani venuti da lontano fanno paura e vengono considerati soltanto un costo e un pericolo, da una cittadina della ex Germania est arriva una lezione di civiltà.

(p.d'a.)

 

 

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