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Il video shock del sequestratore e il blitz della polizia: «È stato tutto veloce»

VAUDIl video shock del sequestratore e il blitz della polizia: «È stato tutto veloce»

09.02.24 - 23:01
I testimoni rivivono gli ultimi istanti di un incubo: le esplosioni, gli spari, la morte dell'assalitore. Ma «non saprei con quanti colpi».
afp
Fonte Ats Ans / 24heures
Il video shock del sequestratore e il blitz della polizia: «È stato tutto veloce»
I testimoni rivivono gli ultimi istanti di un incubo: le esplosioni, gli spari, la morte dell'assalitore. Ma «non saprei con quanti colpi».

YVERDON-LES-BAINS - «È successo tutto molto rapidamente - racconta al portale 24heures un testimone e ostaggio, ieri sul treno assaltato - Abbiamo sentito "vai, vai vai" e poi i cani che abbaiavano, due esplosioni, seguite da lampi di luce e dal rumore dei finestrini in frantumi. Poi il colpo di una pistola, meno forte delle esplosioni. Non saprei però dire quanti colpi, ma non molti. Penso che sia stato allora che gli hanno sparato».

«Le mani sopra la testa» - Si è concluso così il sequestro di ieri sera a bordo del treno Yverdon-Sainte-Croix. Con un altro ostaggio che ricorda: «I poliziotti ci hanno detto di alzare le mani in alto, è stato tutto molto stressante. Ci hanno subito chiesto di mettere le mani sopra la testa. E quando ci hanno detto di uscire abbiamo capito che era finita». Poi la salvezza su un bus, verso la gendarmeria di Yverdon, lontano da quel treno.

Ma ora l'inchiesta va avanti e quasi tutto sembra ormai lentamente chiarirsi, a partire dall'identità dell'autore dell'assalto.

È infatti stato formalmente identificato l'autore, poi ucciso, della presa di ostaggi sul regionale della linea Baulmes (VD)-Yverdon (VD): si tratta di un richiedente l'asilo 32enne di nazionalità iraniana, che era stato attribuito al canton Ginevra. Lo ha precisato nel tardo pomeriggio la polizia cantonale vodese.

Il movente - Intanto, anche il movente del sequestro di 12 passeggeri e il macchinista - e non di 15 ostaggi come indicato inizialmente - si precisa: l'assalitore - armato di ascia, martello e coltello - sarebbe stato spinto ad agire a causa delle sue condizioni di richiedente. Inoltre insisteva per avere contatti con una collaboratrice di un centro per richiedenti l'asilo. La polizia era già dovuta intervenire in diverse occasioni per il suo comportamento.

Attribuito al canton Ginevra - L'uomo non era stato assegnato al cantone di Neuchâtel, come si era detto in un primo tempo. Stando alla televisione romanda RTS, il 32enne era arrivato in Svizzera nel 2022. Era stato dapprima registrato al Centro federale dell'asilo di Boudry (NE), ma poi assegnato al canton Ginevra. Era in attesa di una decisione sulla sua domanda di asilo.

Le indagini proseguono sotto la direzione del Ministero pubblico vodese, ha precisato la polizia cantonale. L'obiettivo è di chiarire le motivazioni esatte del sequestratore nonché di stabilire le circostanze che hanno portato alla sua uccisione.

Sequestrate 13 persone - Ieri sera, verso le 18.35, l'uomo ha sequestrato per circa 4 ore 13 persone su un treno regionale bloccato a Essert-sous-Champvent (VD), che era diretto a Yverdon. Il 32enne, che parlava farsi (lingua persiana) e inglese, è stato poi ucciso dalla polizia, mentre si dirigeva armato verso gli agenti e gli ostaggi. Questi ultimi sono rimasti illesi. Secondo i primi elementi dell'inchiesta, non si tratterebbe di un atto di terrorismo.

Durante la presa d'ostaggi, il macchinista era in contatto con il suo diretto superiore. «Secondo le informazioni in nostro possesso, il suo comportamento è stato esemplare e ha contribuito a calmare la situazione", ha dichiarato a Keystone-ATS Daniel Reymond, direttore della compagnia regionale Travys, che gestisce la linea.

Jans: «Forza e coraggio» alle persone colpite - «La popolazione ha il diritto di vivere in sicurezza. Auguro alle persone colpite e alle loro famiglie di avere la forza e il coraggio di superare questi eventi». Così si è espresso, intanto, su X il consigliere federale Beat Jans in merito alla presa di ostaggi.

Il capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia ha aggiunto che la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) analizzerà il caso e le possibili conseguenze con i cantoni interessati. Jans ha spiegato sul social media di aver "telefonato alle forze dell'ordine mobilitate" e di averle "ringraziate per il loro intervento".

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