A darlo è stata la Commissione della politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N).
BERNA - La commissione della politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N) ha confermato questo martedì mattina di sostenere l'apertura di negoziati fra la Svizzera e l'Unione Europea.
Il progetto relativo al mandato negoziale con l'UE, lo ricordiamo, era stato presentato lo scorso ottobre e accettato a metà di dicembre.
Come confermato dal presidente della CPE-N, Laurent Wehrli le perentorie richieste dell'UDC di non aderire alle trattative con Bruxelles sono state respinte.
Un voto sul filo di lana - Il voto non è però stato unanime: il progetto di mandato negoziale è stato approvato da 16 membri contro 9, ha sottolineato Wehrli, secondo cui una minoranza - rappresentata davanti ai media da Franz Grüter (UDC/LU) - crede che un futuro accordo sia dannoso per la Svizzera e la sua prosperità.
Per la maggioranza invece, ha spiegato il presidente della commissione, è indispensabile stabilizzare le nostre relazioni con Bruxelles, specie in un momento instabile come quello che stiamo vivendo. L'Ue rimane il nostro partner economico più importante, ha insistito il consigliere nazionale vodese, spiegando che la CPE-N si è detta soddisfatta dell'approccio a pacchetto scelto dal governo.
Non una “cambiale in bianco” - Ciò non significa tuttavia una cambiale in bianco per l'esecutivo; la commissione ha chiesto diversi chiarimenti al Consiglio federale, in particolare per quanto attiene alla protezione dei salari, agli aiuti di Stato, all'eventuale accordo sull'elettricità, al traffico ferroviario viaggiatori e alla libera circolazione delle persone in generale. Il risultato finale delle trattative sarà in ogni caso determinante, ha aggiunto Wehrli, per decidere della bontà o meno dell'intesa.
A nome della minoranza che respinge il progetto di mandato, Grüter ha rammentato che la CPE-N ha bocciato (16-9 e 15-9) due proposte del suo partito: la prima chiede di respingere il mandato negoziale tout court, mentre la seconda propone invece al governo di non entrare in materia sugli aspetti istituzionali.
L'obiettivo dichiarato da parte di Confederazione e Unione, è quello di riprendere i negoziati entro primavera.