In Svizzera l'associazione islamica «La vera religione», presa di mira dalla polizia tedesca, non è proibita. Il MPC ha avviato procedure penali nei confronti di diverse persone ad essa legata
BERLINO - Lies Gmbh. Si chiama così la società di Ibrahim Abou-Nagie, un sedicente predicatore nato nel 1964 in un campo profughi palestinese e arrivato in Germania a 18 anni. Attraverso «Die Wahre Religion», «La vera religione», Lies Gmbh ha distribuito per anni gratuitamente ai passanti copie del Corano in lingua tedesca nelle piazze e nelle strade di molti centri cittadini.
Tanti i volontari in tutto il Paese. Un esercito composto da 2.500 volontari che tra il 2011 ad oggi avrebbero distribuito nella sola Germania 3 milioni di copie del libro sacro dell'Islam.
Ieri mattina all'alba, come già riferito questa mattina dai media internazionali, centinaia di agenti hanno fatto irruzione contemporaneamente in oltre 200 appartamenti ed uffici di dieci Länder tedeschi ricollegabili al gruppo salafita «La vera religione».
Il gruppo non sarebbe attivo soltanto in Germania. Sono diverse le città svizzere in cui sono state distribuite copie del Corano: Basilea, Berna, Zurigo e Winterthur.
Ad inizio settembre i liberali della Renania Settentrionale-Vestfalia avevano annunciato la mozione chi chiedeva di vietare la distribuzione delle copie del Corano perché vi era il forte sospetto che i volontari ai banchetti non si occupassero soltanto di distribuire copie del Corano, ma anche di sostenere la causa jihadista.
In Svizzera l'attività degli aderenti a «La Vera religione», nonostante le ripetute richieste provenienti da più parti, non è mai stata proibita. I banchetti saranno autorizzati anche in futuro. Infatti mancano i presupposti giuridici per il divieto.
Tuttavia anche le autorità giudiziarie elvetiche seguono da vicino l'inchiesta tedesca. Come riferisce 20min.ch, il Ministero Pubblico della Confederazione (MPC) ha riferito che una procedura giudiziaria è stata avviata nei confronti di diversi membri dell'associazione integralista. Il portavoce dell'MPC, André Marty, infatti, ha dichiarato che «attualmente vi sono diversi procedimenti penali nei confronti di individui che hanno o hanno avuto un legame con il progetto». Nei confronti di associazioni o fondazioni non è stata aperta invece alcuna indagine.
È noto che vi sono stati dei seguaci di «Lies» (Leggi) che dalla Svizzera sono partiti per la Siria. Saïda Keller-Messahli, presidente del Forum per un Islam progressista, chiede che la Svizzera finalmente agisca e attui un giro di vite: «Le persone che distribuiscono copie del Corano appartengono alla stessa rete». Inoltre chiede che la politica crei i presupposti legali per il divieto della distribuzione gratuita dei libri sacri del Corano. Il pericolo intravisto da Keller-Messahli è che dietro a questa azione vi siano dei predicatori dell'odio.