L'MPC accusa i nove imputati di "partecipazione, eventualmente sostegno, a un'organizzazione criminale e riciclaggio di denaro" in quello che è il più grosso caso di criminalità organizzata mai giudicato finora dal TPF. Gli imputati, fra i 56 e i 73 anni, avrebbero riciclato oltre un miliardo di franchi, provento del contrabbando di almeno 215 milioni di stecche di sigarette fra il 1994 e il 2001.
I nove - quattro svizzeri, fra cui due ticinesi e due giurassiani, tre italiani, uno spagnolo e un francese - sono accusati di aver contrabbandato sigarette acquistate esentasse sul mercato parallelo internazionale ("mercato grigio") via Montenegro a destinazione dell'Italia. Il trasporto dai depositi situati nel paese balcanico e la vendita sarebbero stati gestiti dalla camorra napoletana e dalla Sacra Corona Unita, la mafia pugliese.
Il denaro incassato sarebbe stato portato da corrieri in Svizzera, per essere "in gran parte reintrodotto nel circuito finanziario legale attraverso l'ufficio di cambio di uno degli accusati e riutilizzato, conformemente al desiderio dell'acquirente, per l'acquisto di sigarette provenienti da depositi non soggetti a tasse doganali".
Il maxiprocesso si è aperto nella sala del Gran Consiglio ticinese al Palazzo delle Orsoline. Dopo due prime udienze oggi e domani dedicate a questioni procedurali, si proseguirà dal 4 maggio al 19 giugno con interruzioni. La data in cui sarà letta la sentenza è ancora da stabilire.