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Non è la prima volta che Pestoni si trova, a stagione iniziata, non al top della condizione. Lo Zurigo lo ha messo in castigo e, forse, gli ha allungato la carriera: serve una svolta di "testa"
ZURIGO - Dura la vita del campione. Dura dover dimostrare, giorno dopo giorno, di avere qualità fuori dal comune, di poter fare la differenza. E quando non ce la si fa, quando non si riesce a stupire, le bastonate arrivano puntuali.
E una bastonata di quelle dolorose l'ha ricevuta nei giorni scorsi Inti Pestoni, finito in tribuna nel match giocato dallo Zurigo in CHL e criticato da Edgar Salis, che all'Hallenstadion fa il direttore sportivo: «Ci sono varie ragioni per le quali Pestoni e Künzle non sono dove dovrebbero essere. Si spiega così la loro esclusione...». Dalle parti della Limmat non stanno perdonando al ticinese, finora capace di mettere a referto appena 1 gol e 1 assist in undici match, una condizione fisica per nulla perfetta. Che Inti sia un "diesel", che ci metta del tempo per arrivare al 100%, è risaputo. Il problema, se così si può definire, è che - semplicemente - Zurigo non è Ambrì. In Leventina l'ex numero 18 era amato, osannato e, soprattutto, atteso. Anche se in evidente ritardo di condizione (l'anno passato, per sua stessa ammissione, cominciò la stagione con 6 kg di troppo, ndr), il suo posto in squadra non era mai in discussione. Ai Lions tutto ciò non esiste. Non sei tirato a lucido? Non giochi. Da qui spiegata la doppia seduta di allenamenti extra che il 25enne dovrà sorbirsi.
Pestoni ha scelto Zurigo per crescere, per dimostrare di essere un campione. Questa prova sarà per lui importantissima. Superarla, rimettersi in forma, e riguadagnare la stima e la considerazione di coach Wallson, svedese che non guarda in faccia a nessuno, sarà determinante per il prosieguo della sua carriera. Non dovrà abbattersi per la punizione ma, piuttosto, lottare e sudare a lungo per "rientrare nei ranghi".
Questa non è la prima bocciatura rimediata da Inti, già più volte finito fuori dal giro della Nazionale a un soffio dalle grandi manifestazioni. I coach che si sono succeduti sulla panchina rossocrociata hanno - tutti, non è un caso - infatti rimarcato le grandi qualità ma la pessima attitudine al lavoro dell'ala sopracenerina. È in quel frangente che Pestoni deve assolutamente migliorare. Ha avuto la benedizione di un talento fuori dal comune, che mostri testa e non getti tutto alle ortiche. La sola classe basta per arrivare ma poi, se non supportata dalla fatica, dal sacrificio, non ti permette fare la differenza in una lega dura e veloce come la LNA. Per fare quello, per far sì che il libro che racconterà la sua carriera sia lungo e ricco di capitoli affascinanti, Pestoni deve rimboccarsi le maniche. Deve prendere esempio dall'ex compagno Adam Hall, che a 36 anni e dopo più di 700 match in NHL, ad Ambrì, agli allenamenti, è ancora il primo ad arrivare e l'ultimo ad andarsene. Deve prendere esempio da Mathias Seger, che a Zurigo è diventato un'icona da record mostrandosi professionista prima ancora che campione.
Il Pesto è un fenomeno col disco. Deve diventare un fenomeno anche in palestra. E deve farlo in fretta per spremere al massimo i suoi anni da Lions. Nonostante i vari comfort la tribuna dell'Hallenstadion è infatti parecchio scomoda...
