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BELLINZONAIl direttore generale SSR minaccia le minoranze linguistiche? Quadri: "Il CdS prenda posizione"

21.11.06 - 14:18
Ti Press
Il direttore generale SSR minaccia le minoranze linguistiche? Quadri: "Il CdS prenda posizione"

BELLINZIONA - Difronte alle esternazioni di Armin Walpen, direttore generale SSR, il quale ha minacciato che  se l'aumento del 6.5% del canone tv non dovesse venire approvato, ad andarne di mezzo sarebbero le minoranze linguistiche, il deputato in Gran Consiglio Lorenzo Quadri (Lega) chiede una presa di posizione da parte del Governo ticinese.

In una mozione presentata oggi Quadri stigmatizza l'atteggiamento  di Armin Walpen: "Il direttore generale SSR – invece di valutare gli ampi margini di risparmio interni all’azienda radiotelevisiva e di fare trasparenza sui conti - minaccia, in caso di mancato aumento del canone, la decurtazione del servizio pubblico anche agli utenti ticinesi (evidentemente mantenendo il canone attuale)".

Sottolineqando che le "minacce del direttore generale SSR ai danni delle minoranze linguistiche costituiscono un’evidente lesione dei principi federalisti", Quadri ricorda il mandato di servizio pubblico contenuto nella Costituzione federale al quale la SSR dovrebbe attenersi: "La radio e la televisione contribuiscono all’istruzione e allo sviluppo culturale, alla libera formazione delle opinioni e all’intrattenimento. Considerano le particolarità del Paese e i bisogni dei Cantoni. Presentano gli avvenimenti in modo corretto e riflettono adeguatamente la pluralità delle opinioni”.

Conclude Quadri evidenziando che le aprole di Walpen si inseriscono in un "preoccupante contesto in cui aziende federali o sotto il controllo della Confederazione (Posta, FFS, Swisscom e anche la Banca Nazionale) penalizzano le regioni periferiche perseguendo una politica impostata alla massimizzazione del profitto a scapito del servizio pubblico" e chiede per tanto al Consiglio di Stato di prendere posizione  condannando le minacce profferite nei confronti delle regioni periferiche in caso di mancato aumento del canone radiotelevisivo.

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