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TICINO / GERMANIAQuell'integrazione non riuscita, la socialdemocrazia si interroga

07.09.10 - 19:29
Il banchiere socialdemocratico della Bundesbank Thilo Sarrazin: "Turchi e arabi improduttivi e troppo ignoranti, Germania in pericolo". La sinistra si divide. Manuele Bertoli: 'Integrazione unica soluzione, no a due società parallele'
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Quell'integrazione non riuscita, la socialdemocrazia si interroga
Il banchiere socialdemocratico della Bundesbank Thilo Sarrazin: "Turchi e arabi improduttivi e troppo ignoranti, Germania in pericolo". La sinistra si divide. Manuele Bertoli: 'Integrazione unica soluzione, no a due società parallele'

LUGANO - "Piuttosto che l'islam, la morte. Abbiamo lottato e dato il sangue per la nostra libertà e le nostre conquiste sociali. Ho due figlie e prego ogni giorno che non dovranno mai essere costrette a portare il velo e sottostare all'Islam". Ad esprimersi è una donna tedesca sulla quarantina, che alle ultime elezioni ha votato sinistra, e che abita in una delle tante cittadine della profonda Germania. "E Thilo Sarrazin ha ragione", aggiunge convinta.

La Berlino "straniera" -  Il banchiere della Bundesbank ed ex senatore delle finanze socialdemocratico del Land di Berlino (città dove il 75% dei giovani turchi non è in possesso di alcun tipo di certificato scolastico e dove metà dei cittadini di origine turca vive grazie all'aiuto dello stato sociale tedesco) ha di nuovo dato fuoco alle ceneri ad un tema delicatissimo: l'integrazione degli stranieri in Germania. Già nel 2009 Thilo Sarrazin definì gli immigrati di provenienza turca e araba "troppo improduttivi, troppo ignoranti e troppo prolifici". Allora il sindaco del quartiere di Neukölln (quartiere con l'80% dei giovani provenienti da famiglie di immigrati) Heinz Buschkowsky spiegò che il problema sollevato da Sarazin derivava dal fatto che nei giovani immigrati di origine araba e turca vi era il rifiuto di ritenere la formazione scolastica come decisiva per la propria esistenza e dignità.

Negli scorsi giorni Sarazin è tornato alla carica. Con la presentazione del suo libro "Deutschland schafft sich ab - La Germania si distrugge da sé, Sarrazin ribadisce la sua tesi: gli immigrati mussulmani non vogliono integrarsi, sono poco istruiti e mettono in pericolo l'esistenza della Germania.

Se si votasse Sarrazin al 18% - Un socialdemocratico che porta avanti queste tesi suscita un certo scalpore. Ancora di più lo ha suscitato il fatto che sono molti i socialdemocratici in Germania ad appoggiare le tesi di Sarrazin. Se il banchiere della Bundesbank si presentasse con un suo partito alle elezioni in Germania, secondo un sondaggio, riuscirebbe ad ottenere il 18% dei voti. Sopresa nella sorpresa, l'affluenza di voti provenienti dagli elettori della Linke (partito di sinistra) sarebbe del 29% e otterrebbe molti consensi tra i giovani.      
Interessante è ora capire come la Socialdemocrazia ticinese reagisce all'esposizioni di tesi simili.

Manuele Bertoli, presidente del Partito Socialista ticinese, ritiene che le tesi di Sarrazin non riescono a risolvere e a superare un problema, quello dell'integrazione, su cui la politica dovrà chinarsi sempre più seriamente. Prima che sia troppo tardi.

Presidente, Thilo Sarrazin ha scritto un libro in cui sostiene che molti immigrati mussulmani non vogliono integrarsi, sono poco istruiti e mettono a rischio il futuro della Germania. Se si pensa che è un socialdemocratico a sostenere queste tesi, lei come reagisce a queste dichiarazioni?
Premettendo che non ho letto il libro e quindi che le mie risposte partono dalle sole notizie indirette, osservo che, anche se le tesi sostenute fossero vere, e lo dico solo come ipotesi, questo non risolve ancora il problema. La presenza in Europa di una comunità mussulmana è una realtà ineluttabile e, a meno che si intenda cacciarli via, come fece l’Inquisizione spagnola con gli ebrei nel 1492, con essa bisognerà comunque fare i conti. L’unica soluzione rimane quindi quella dell’integrazione, per la quale bisognerà lavorare molto più di quanto non si è fatto in passato.

L'estrema destra in Germania ha strumentalizzato le parole di Sarrazin, dicendo che, in sostanza, l’ex senatore delle finanze berlinese ha ragione. Ora i grandi partiti tedeschi ritengono necessario, SPD compreso, discutere del problema integrazione ed affrontarlo. Nel mondo ha fatto scalpore la votazione contro i minareti in Svizzera e l’estrema destra europea ha preso come modello il nostro paese. Proprio per evitare che l’estrema destra riesca ad alimentarsi del vuoto che lasciano i grandi partiti su questi temi, non sarebbe giusto che anche la Socialdemocrazia cambi strategia e assume posizioni più profilate sulla questione?
Sono il primo a dire che manca una vera politica di integrazione degli stranieri e che di queste cose si parla troppo spesso da angolazioni sbagliate, o confondendole con questioni religiose, sul modello della votazione sui minareti, o discutendone dal profilo dell’ordine pubblico.
L’Europa e la Svizzera devono fare i conti con questa realtà e mettere in campo politiche d’integrazione serie, che necessitano risorse e tempo, che oggi o non esistono o sono solo accennate. Quindi, se affrontare il problema dell’integrazione degli stranieri mussulmani significa dare avvio a queste politiche, di riconoscimento dei diritti di cittadinanza, di accompagnamento all’interno delle nostre società con le nostre regole democratiche, sono il primo a sostenere che questo vada fatto. Non credo invece che lo voglia la destra, a cui va bene strillare di mancata integrazione, ma che si oppone rigorosamente a tutto quello che va in questa direzione.

Si dice che in Svizzera gli immigrati italiani abbiano contribuito allo sviluppo e al benessere del Paese. In che modo i mussulmani provenienti dai paesi stranieri possono contribuire allo sviluppo economico e sociale della Svizzera e dell'Europa?
Degli italiani si parla bene oggi, ma decenni fa i discorsi che l’estrema destra faceva su di loro sono esattamente quelli che oggi da quella parte si fanno sui mussulmani. La storia non fa che ripetersi tragicamente, senza memoria. Come ha dimostrato il caso degli italiani e degli spagnoli, l’integrazione è possibile, sempre che non vi si mettano ostacoli, che non si spinga questa gente ad auto ghettizzarsi, che non si costruiscano muri inutili, che poi si ritorcono contro chi li ha costruiti. Anche i mussulmani avranno figli e questi avranno a loro volta dei figli, giovani che saranno perfettamente integrati, che potranno fungere da cinghia di trasmissione tra le nostre società e gli immigrati della prima generazione, quelli che potrebbero avere più difficoltà.

Un'integrazione è possibile con i mussulmani? Non le fa paura un'Europa con due società parallele, una mussulmana e l'altra laico-cristiana?
Certo che è possibile, se si lavora in questa direzione. Altrimenti il risultato sarà la pessima convivenza tra due società parallele, che spero non voglia nessuno.

La sinistra si batte da sempre per lo stato sociale. Le popolazioni mussulmane in Europa sono accusate, dalla destra, di abusare della generosità delle nostre leggi in ambito sociale e quindi di metterne in pericolo l'intero impianto. E' solo populismo?
In gran parte lo è, come hanno dimostrato anche le indagini sugli abusi sociali da noi. Si dimentica poi di dire che questi nuovi immigrati fanno lavori che nessuno tra gli autoctoni vuole fare, che sono oggi una colonna dell’economia, alla quale non possiamo rinunciare, che sono lavoratori che pagano i contributi sociali e quindi sostengono l’AVS, l’AI ecc. Per questo, volente o nolente, l’integrazione è una via obbligata.

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