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REGNO UNITOCrisi, la lista di tutti i veri responsabili

26.01.09 - 19:31
Keystone
Crisi, la lista di tutti i veri responsabili

LONDRA - La Grande Crisi nata dal collasso dei mutui subprime americani non accenna a mollare la presa. Anzi. E la Gran Bretagna, in un passato vicinissimo l'economia più dinamica del Vecchio Mondo, oggi sprofonda verso una recessione sempre più nera. Ma di chi è la colpa? Se lo chiede il Guardian, quotidiano di area liberal. Che nel suo "j'accuse" cita nomi e cognomi. E pone alla radice del crollo 25 illustri figure del panorama politico-economico globale.

Numero uno: Bill Clinton. L'ex presidente USA, secondo il Guardian, si meriterebbe infatti "una parte di colpa per l'attuale caos dei mercati finanziari". "Ha rimpolpato il Community Reinvestment Act per permettere alle banche di offrire mutui ai settori più svantaggiati della società. Poi, nel 1999, ha abrogato la legge che teneva distinte le banche d'investimento dalle banche commerciali: dando inizio all'era dei subprime". Questo tipo di mutui, dice il Guardian, passò infatti dal 5% del totale - quando era in vigore il Glass-Steagall Act - al 30% - dati relativi alla vigilia del credit crunch.

Se Clinton viene bollato come il precursore della Grande Crisi, è George W Bush a passare alla storia come il presidente che ha fatto "poco o niente per frenare i mutui erogati a chi non poteva permetterseli". Ma è il primo ministro britannico Gordon Brown a finire al secondo posto di questa specialissima classifica. "Brown - attacca il Guardian - sembra sia rimasto completamente abbagliato da movimenti e piroette della City di Londra, favorendola rispetto ad altri settori dell'economia, come l'industria. Ha sostenuto la regolamentazione "leggera" e ha avallato un regime fiscale favorevole ai banchieri stranieri domiciliati nella capitale". Un modo di fare che è stato spesso messo in relazione con il boom immobiliare londinese.

Altro sorvegliato speciale sarebbe Mervyn King, il governatore della Banca d'Inghilterra. Colpevole di aver sbagliato completamente la politica monetaria della Gran Bretagna. "Quando King è approdato alla Bank of England - sottolinea il Guardian - l'economia britannica era in salute: il PIL cresceva del 3% e l'inflazione era all'1,3%. E come prima cosa ha tagliato i tassi d'interesse a livelli del dopo guerra: 3,5%". King, insomma, prima non avrebbe visto la bolla enorme del settore immobiliare, e l'avrebbe alimentata. Poi, a bolla esplosa, non si è reso conto della sua gravità, e non ha reagito con sufficiente celerità, lasciando i tassi a livelli stellari troppo a lungo. Quando la crisi è scoppiata, ricorda il Guardian, King ha insistito che non sarebbe tracimata su un piano globale. Una visione, tutto considerato, quanto meno miope.

A far compagnia ai politici ci sono comunque molti esponenti della casta finanziaria mondiale. In testa a tutti Dick Fuld, ex AD di Lehman Brothers. Ma anche Abi Cohen, stratega americano di Goldman Sachs, e Kathleen Corbet, ex AD di Standard&Poor's. Ma il vero "padrino" della crisi, per il Guardian, è Alan Greenspan, capo della Fed dal 1987 al 2006. Colpevole di aver difeso e incoraggiato il mercato dei subprime e dei derivati. Ovvero il cancro che sta infestando i mercati finanziari in tutto il globo.

ATS

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