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TICINOViolenza giovanile, trenta proposte per prevenire e combattere il fenomeno

10.06.08 - 15:11
Sono passati poco più di quattro mesi dall'omicidio di Damiano Tamagni, all'indomani del quale il Governo ha deciso di istituire un gruppo di lavoro sulla violenza giovanile per studiare il fenomeno e proporre strategie d'intervento. Oggi a Bellinzona è stato presentato il primo rapporto. I famigliari di Damiano hanno colto l'occasione per presentare la neo costituita Fondazione intitolata a Damiano.
Ti-press/Gabriele Putzu
Violenza giovanile, trenta proposte per prevenire e combattere il fenomeno
Sono passati poco più di quattro mesi dall'omicidio di Damiano Tamagni, all'indomani del quale il Governo ha deciso di istituire un gruppo di lavoro sulla violenza giovanile per studiare il fenomeno e proporre strategie d'intervento. Oggi a Bellinzona è stato presentato il primo rapporto. I famigliari di Damiano hanno colto l'occasione per presentare la neo costituita Fondazione intitolata a Damiano.
BELLINZONA - Sono trenta le misure proposte alle autorità dal Gruppo di lavoro sulla violenza giovanile per prevenire il fenomeno. Misure scaturite in quattro mesi di incontri e analisi della problematica alla base della quale, come ha spiegato il presidente del Gruppo, il procuratore pubblico Antonio Perugini, sono stati individuati tre punti fondamentali.

Cosa c'è dietro la situazione attuale?

Un primo punto considerato, è quello dell'appartenenza identitaria del giovane d'oggi che non ha più punti di riferimento e fa quindi fatica ad adattarsi ai cambiamenti rapidi che contraddistiguono il nostro tempo. In secondo luogo vi è la fragilità educativa da parte delle famiglie, a causa di genitori che spesso non sono in grado di imporre delle regole e stabilire dei limiti. Infine è stata riscontrata una dilagante forma di ricreazione non strutturata, i ragazzi sono quindi liberi di gestire il loro tempo libero, cosa che spesso sfocia nell'aggregazione "da muretto il cui unico scopo è lo sballo", ha spiegato Perugini.

Una panoramica delle proposte

Su queste basi sono state elaborate le proposte, che vanno da quelle a scopo protettivo e di contenimento ( come la creazione di un centro di contenimento per i casi fortemente problematici) a quelle preventive incentrate su azioni di sensibilizzazione. Fondamentale anche il coinvolgimento dei genitori e la presa di coscienza della loro responsabilità educativa durante la crescita dei figli. Proprio su questo punto, secondo Perugini è possibile incontrare le difficoltà maggiori. Vi sono anche misure come la restrizione della vendita di bevande alcoliche, il potenziamento delle strutture socioterapeutiche per far fronte ai crescenti casi di ragazzi problematici, alle iniziative delle cosiddette "pubblicità progresso" per sensibilizzare larghe fette della società sul fenomeno.

Il ruolo importante della scuola

Un panorama che investe tutta la società e in primis la scuola. Come ha sottolineato Franco Lazzarotto, presidente del collegio dei docenti delle scuole medie e membro del Gruppo di lavoro, è importante che queste misure vengano attuate al più presto in particolare quelle che riguardano l'introduzione nelle sedi scolastiche medie e medio-superiori di figure giovanili che fungano da referente per i ragazzi; l'introduzione nei programmi di una parte dedicata all'educazione all'affettività e alle emozioni. Per i docenti invece sarebbe importante avere a disposizione gli strumenti per approfondire la pedagogia relazionale adulto/minorenne.

Il direttore del DECS Gabriele Gendotti ha però sottolineato che oggi la scuola è chiamata a fare gli straordinari ed ha risposto attivamente introducendo, a partire dall'anno scolastico 2007/08, nuove misure (zone cuscinetto in mano ad un educatore, inasprimento dei provvedimenti disciplinari, rete di collaborazioni). Ma la scuola "non può fare tutto e non deve rispondere a tutto". I docenti, ha ribadito il consigliere di Stato, hanno dei compiti precisi fra i quali non rientra quello di poliziotti. "Sono i genitori che devono assumersi maggiori responsabilità".


È un problema di tutti e tutti sono chiamati a contribuire per risolverlo

Alla conferenza stampa di presentazione del rapporto, oltre a Gabriele Gendotti erano presenti altri due consiglieri di Stato: Patrizia Pesenti e Luigi Pedrazzini. Un modo, ha spiegato Pedrazzini, per sottolineare l'importanza della problematica e la volontà di trovare soluzioni concrete al più presto. Il CdS non si è comunque ancora espresso sulle proposte del Gruppo di lavoro. In autunno verranno date indicazioni più precise su quelle che sono le misure attuabili in tempi brevi e quelle che magari necessitano di un'ulteriore riflessione. Sarà coinvolta anche la deputazione ticinese in quanto è prevista anche la possibile modifica di una legge federale.


La Fondazione Damiano Tamagni

Durante la conferenza stampa sono intervenuti anche i familiari del giovane ucciso a Locarno per presentare la neo costituita Fondazione Damiano Tamagni. Il padre del ragazzo, Maurizio Tamagni ha spiegato che lo scopo è quello di prevenire la violenza e di aiutare le famiglie coinvolte. Un gesto, ha spiegato il padre di Damiano, "per onorare la memoria del figlio e per non rendere vana una morta assurda". La prima iniziativa della Fondazione è quella di creare un fumetto didattico rivolto a tutti i giovani.

Paola Latorre


Foto apertura: Ti-press/Gabriele Putzu

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