La decisione di non rinnovare il contratto con lo sportello di Giubiasco, e le discutibili modalità di comunicazione, hanno fatto scattare un'interpellanza firmata da Fabio Regazzi
GIUBIASCO - Il Ticino fa sentire la sua voce a Berna. La settimana scorsa le FFS hanno comunicato che, a partire dalla fine del 2017, non avrebbero rinnovato il contratto di collaborazione con i propri partner terzi per la vendita dei biglietti. Una decisione unilaterale che ha colpito anche due distributori in Ticino, e in particolare lo sportello di Giubiasco gestito dalla Federazione ticinese integrazione andicap (FTIA).
Un progetto che garantisce una formazione a 9 persone portatrici di andicap, assolutamente «unico nel suo genere» ha affermato il Consigliere nazionale Fabio Regazzi, che quest'oggi presenterà al Consiglio federale un'interpellanza che fonda le proprie motivazioni nelle numerose misure di sostegno all'integrazione adottate in Svizzera. Principi ai quali, sottolinea il Consigliere nazionale, «un'azienda parastatale dovrebbe attenersi, dando il buon esempio».
«Quali sono i motivi che hanno portato le FFS» a questa decisione e qual'è il «risparmio derivato» chiede Regazzi, soffermandosi nella fattispecie sulla percentuale relativa alla «chiusura dello sportello» di Giubiasco nel «pacchetto di risparmi decisi per il 2017».
«Le FFS non dovrebbero dare l'esempio?» - Una decisione, presa «con modalità di comunicazione discutibili» che «azzera anni di lavoro» tra Confederazione, Cantone e Comune, ricorda il Consigliere nazionale PPD (compromettendo la formazione e l'inserimento professionale di 9 persone), che si pone «in netto contrasto» rispetto alla «politica di integrazione promossa dalla Confederazione».
«Un'azienda parapubblica non dovrebbe fungere da modello?» sottolinea in conclusione Regazzi, chiedendo all'Ufficio federale per le pari opportunità delle persone con disabilità una propria valutazione in merito.