Se il pacco viene aperto e controllato, al ricevente tocca una bolletta da 13 franchi. Un'ingiustizia? Secondo l'azienda è "colpa della legge e del regolamento"
LUGANO - Quando si ordina merce dall’estero, lo sa bene chi lo fa di frequente, è buona cosa prevedere spese extra. Anche se il pacco non supera il valore che fa scattare la tassa alla dogana (62 franchi) è possibile che, prima di ritirarlo dal nostro postino, sia necessario mettere mano al portafoglio anche se si è comprato qualcosa di piccolo. Il motivo? Al momento dello sdoganamento la Posta effettua ispezioni a campione aprendo i colli e poi richiudendoli, il costo viene poi fatturato al ricevente. E la sorpresa non è mai piacevole.
Pagare 13 franchi per un pacco che ne vale 5 - “Ho ordinato una scheda wi-fi dalla Cina per 5,50 franchi”, racconta un lettore a 20 minuten, “com’è possibile che io debba pagare così tanto?”. A lamentarsi è anche un nostro lettore ticinese di Mendrisio: “È capitato anche a me, pagare 13 franchi per un pacco di merce dal valore 50 franchi è decisamente eccessivo, è quasi il 25% di spese in più!". Secondo alcuni, poi, i controlli sarebbero tutto fuorché a campione: “Compro regolarmente su ebay”, racconta un altro lettore di 20 minuten, “malgrado il contenuto sia sempre dichiarato mi hanno aperto circa il 90% dei pacchetti”.
La Posta: “È colpa delle leggi e del regolamento” – Secondo quanto dichiarato a 20 minuten dal portavoce della Posta svizzera Olivier Flüeler, a causa della legislatura vigente l’azienda non può fare altro che rifarsi dei costi sui destinatari: “Prima che il mercato dei pacchi fosse liberalizzato, di questa pratica si occupavano le dogane. Le spese venivano quindi coperte dalla Confederazione. In seguito, però, l'onere dei controlli alla dogana è invece ricaduto su chi si occupa del trasporto. DHL o UPS hanno già il loro sistema, noi non possiamo fare altro che emettere fattura a chi riceve. Da regolamento non abbiamo diritto a un rimborso da parte della Confederazione”.
“Se li apriamo è per motivi di sicurezza” – “I controlli vengono effettuati soprattutto basandoci sul paese di provenienza, l’obiettivo è ovviamente quello di trovare merci illecite. Ci sono nazioni più a rischio di altre”. Altra motivo può essere la documentazione carente o palesemente non veritiera: “Se un’azienda mi dichiara come 'dono' un pacco destinato a un privato, è chiaro che c’è qualcosa che non va. In quel caso non possiamo fare altro: dobbiamo aprirlo”.
Hai avuto anche tu delle “disavventure postali”? Dì la tua nei commenti o scrivi a feedback@20minuti.ch