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LUGANOPerché un genitore dimentica un figlio in macchina?

23.07.15 - 13:59
Lo psicologo Alessandro Meluzzi: "Si tratta di una reazione di amnesia, che non dipende dal valore dell’oggetto in questione. E può capitare anche al genitore più amorevole"
Perché un genitore dimentica un figlio in macchina?
Lo psicologo Alessandro Meluzzi: "Si tratta di una reazione di amnesia, che non dipende dal valore dell’oggetto in questione. E può capitare anche al genitore più amorevole"

LUGANO - A volte basta una distrazione, e in un attimo la tragedia si consuma all’interno di una macchina bollente che troppe volte non lascia vie di scampo. Una mamma che va a fare la spesa, un papà che è troppo stressato. Distrazioni, insomma. Quasi banali ma dall'esito drammatico. Casi come quello di Muzzano si consumano ogni anno e in ogni angolo del mondo. Negli Stati Uniti sono in media 36 all’anno i decessi per ipertermia di giovani lasciati in auto. E in Europa i casi si stanno moltiplicando. All'indomani della tragedia c'è ancora il dolore e soprattutto una serie di domande che ognuno di noi si sarà fatto leggendo della piccola Cheyenne.

Come si fa a dimenticare i figli in macchina? Sono cattivi genitori coloro che lo fanno? Senza accuse né recriminazioni, abbiamo cercato una risposta ponendo alcune domande al professor Alessandro Meluzzi, celebre psichiatra italiano e docente universitario. 

Professor Meluzzi, perché un genitore arriva a dimenticare un figlio in auto, mettendolo in grave pericolo?
"Si tratta di una reazione di amnesia, che non dipende dal valore dell’oggetto in questione. Il fatto di dimenticarsi di un figlio piuttosto che di qualcos’altro non è un fatto morale, ma neurologico. In quel momento si sta semplicemente pensando ad un’altra cosa e i processi mentali sono disorientati. Si è focalizzati su altro perché avviene un disassamento mente-corpo-cervello. Non è assolutamente un segno di disvalore del proprio figlio e il caldo può sicuramente influire".

Come può convivere un genitore con i sensi di colpa?
"Solitamente una tragedia come questa lascia grandi sensi di colpa. Ma resta pur sempre un disturbo neurologico e non un problema morale, va letto in quella chiave: è una caduta verticale del libero arbitrio. Per cercare di superarlo bisognerebbe ricondurre il fatto alle sue giuste dimensioni, capire che è avvenuto un distacco dei circuiti della memoria di autocoscienza. Un banale disturbo di funzionamento del cervello".

Come si affronta un lutto del genere?
"Bisogna sicuramente farsi aiutare, ma questo lutto non è tanto diverso da quello generato da un incidente fatale. Il percorso va affrontato piano, prendendo coscienza dei fatti ed elaborandoli sperando di sopravvivere. Le cicatrici che si generano verranno portate tutta la vita e il dolore non si supera veramente".

Il rapporto tra i genitori è destinato a implodere?
"Dipende. In realtà non dovrebbe minare granché il rapporto, se esiste una base molto solida. Una coppia che si stima è in grado si ricondurre un terribile fatto alle sue giuste dimensioni, ovvero quello di un evento fuori dalla portata dei protagonisti. In termini penali sarebbe messa in discussione la capacità di intendere e di volere".

Succede alle mamme e ai papà, uomini e donne reagiscono in modo diverso?
"Non direi, non ci sono differenze. Il dolore e i sensi di colpa sono uguali. Può veramente capitare a chiunque, anche al genitore più amorevole".

Fratelli e sorelle avranno più difficoltà ad affrontare la perdita?
"È un dramma anche per loro, ma i bambini hanno una grande capacità di recupero e reazioni più semplici. Per questo motivo riescono ed elaborare gravi lutti più semplicemente, sono di gomma e reagiscono molto meglio. È anche da escludere che si distacchino dal genitore per addossargli le colpe".

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