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LUGANOProstitute in albergo: “Costrette dalle autorità”

02.06.15 - 06:10
Ritorno al passato per il meretricio ticinese
Prostitute in albergo: “Costrette dalle autorità”
Ritorno al passato per il meretricio ticinese

LUGANO - Tutti devono poter sbarcare il lunario, soprattutto (per primo) chi agisce nella legalità. Non importa se tu sei muratore, ingegnere o... prostituta. Almeno così dovrebbe essere in una società civilizzata. Ma così non è. Già, e dal racconto di Angela (nome di fantasia, ndr) i contorni della prostituzione in salsa ticinese si attorcigliano tra le maglie della Legge. «Le nuove regolamentazioni mi hanno dato il colpo di grazia – sostiene affranta la nostra interlocutrice –. Ho il permesso e pago regolarmente le tasse ma non posso avere un luogo dove esercitare la mia professione. Io non voglio mica andare in un bordello». Che fare dunque? «Si fa la valigia e si va in albergo, non resta altro da fare. Nella mia situazione non sono sola, non sono la classica mosca bianca. Moltissime ragazze devono fare quello che faccio io... andare in un hotel». E Angela fa un elenco delle pensioni compiacenti, alcune ci lasciano a bocca aperta, soprattutto quando esce il nome di un notissimo albergo stellato. A quel punto ci sfugge una domanda ingenua: ma lo sanno? «Secondo te? Chiaro che sì! Ma a loro sta bene così, le ragazze pagano anche 3 000 franchi al mese. A loro fa comodo e chiudono un occhio». Le istituzioni hanno dunque (ri)spostato il problema. «Esattamente. Non hanno risolto nulla. Ci sono tantissime ragazze illegali, ragazze con il permesso scaduto da oltre un anno. E vietare la prostituzione negli appartamenti ha solamente spostato il problema. Il prossimo passo sarà quello di prostituirsi in strada. Vogliono questo? Noi prostitute siamo persone come tutte e, ora, siamo disperate».

Parola di criminologo - Prostitute negli alberghi? Niente di nuovo per il criminologo Michel Venturelli. «Il vero problema è che per stare in albergo non è necessario avere un permesso di lavoro – sostiene Venturelli – anzi, il permesso di prostituta potrebbe essere un handicap agli occhi dell’albergatore, e questa nuova situazione (che in realtà è quella vecchia) potrebbe essere usata a vantaggio anche di chi non ha permessi di sorta».

Le istituzioni si sono mosse correttamente nei confronti delle prostitute? «Per le autorità le prostitute sono chiaramente esseri umani di serie B. Le istituzioni hanno preteso che le donne si mettessero in regola con le leggi sul lavoro e l’immigrazione, hanno chiesto loro cospicui anticipi per le tasse e per le assicurazioni sociali e poi, chiudendo i bordelli e gli appartamenti, hanno de facto impedito loro di esercitare la professione rendendole più povere e precarie di prima. Chi governa non considera che la maggior parte di queste persone si prostituisce per realizzare dei progetti di vita, come far studiare i figli o accantonare il capitale necessario ad intraprendere un’attività “normale”».
Il mondo della prostituzione sembra essere in evoluzione. Quale sarà il suo futuro in Ticino? «Più che un’evoluzione mi sembra un’involuzione...».

Albergatori, tutto sotto controllo - «Gli alberghi di HotellerieSuisse sono comunque legati a un concetto di integrità e di ottimo servizio – sostiene Lorenzo Pianezzi, presidente di HotellerieSuisse Ticino –. Tutto questo perché mettiamo chiaramente in primo piano l’ospite e il suo benessere. Trovo dunque molto difficile che un albergo che sia dedicato al turismo in generale e al turismo business possa avere tra le sue
clientele questo genere di attività. Una cosa del genere darebbe nell’occhio, dubito che un albergatore legato alla mia Associazione sia parte di questo programma. Noi comunque siamo attenti, e teniamo gli occhi aperti su eventuali abusi».

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