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CONFINEStabio-Arcisate, rabbia e delusione: "Insofferenza ormai acuta"

19.10.14 - 12:49
Il neo presidente della Provincia, parla di disagi durante il sit-in di protesta
tipress
Stabio-Arcisate, rabbia e delusione: "Insofferenza ormai acuta"
Il neo presidente della Provincia, parla di disagi durante il sit-in di protesta

INDUNO OLONA - Coma da programma si è tenuto questa mattina il sit-in di protesta a Induno per la ferrovia Arcisate – Stabio.

Del tema - riferisce la Provincia di Varese - ha parlato il nuovo presidente della Provincia, Gunnar Vincenzi, anche sindaco di Cantello, paese anch’esso toccato dagli scavi. "Pur non essendo portatrice degli enormi disagi di Arcisate e Induno Olona, la ferrovia della Valceresio interessa anche il mio comune - ha spiegato il sindaco -; dapprima come primo cittadino e, adesso che sono presidente dell’ente, mi proporrò di stare vicino alle popolazioni nell’affrontare questa situazione".

Una situazione, quella attuale, che preoccupa molto Vincenzi: "L’insofferenza dei cittadini ha ormai raggiunto punti molto acuti; dovremo spenderci per delle soluzioni e, ora che rappresento tutti gli amministratori, sarà ancora di più impegnato per il territorio".

Giovedì, intanto, il sindaco di Induno Olona, Marco Cavallin, ha scritto una lettera al presidente del consiglio Matteo Renzi e al ministro Maurizio Lupi per far conoscere le problematiche della ferrovia frontaliera e porre una lente d’ingrandimento sulla sofferenza e la rabbia non solo degli indunesi ma di tutta la Valceresio a causa dei cantieri a singhiozzo.

"Una ribellione - aggiunge Cavallin -, e mi prendo la responsabilità nell’affermarlo, a questo punto condivisibile e legittima. Forse non assume contorni di violenza, ma è ormai assai profonda, strisciante e non meno pericolosa: parlo del dilagare di una profonda sfiducia nei confronti di uno Stato incapace di gestire e condurre a termine un’opera pubblica".

 


"Gli indunesi e la Valceresio tutta meritano rispetto e serietà - prosegue il sindaco -, dopo anni di parole quasi mai seguite dalla concretezza delle azioni - dice Cavallin - con questa protesta vogliamo dire basta, non è più il momento dei tecnici e abbiamo bisogno di risposte; siamo partiti da qui con questa forte presa di posizione ma non escludo che potremmo portare i diritti delle persone a vivere senza disagi, privazioni e limitazioni anche nelle sedi più alte".

 

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