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LUGANOAncora prostituzione tra le ragazze dell'USI

19.10.14 - 09:59
Si torna a parlare del fenomeno delle studentesse che arrotondano offrendo prestazioni sessuali
tipress
Ancora prostituzione tra le ragazze dell'USI
Si torna a parlare del fenomeno delle studentesse che arrotondano offrendo prestazioni sessuali

LUGANO - Studentessa universitaria ed escort. Della prostituzione studentesca se n'era già parlato e se ne continua ancora a parlare.

Pare infatti stia prendendo piede in alcuni atenei svizzeri, in particolare a Zurigo e Ginevra e, come riferisce il Caffè, anche all'Usi di Lugano.

Di dati sulla sua ampiezza non ce ne sono, anche se fanno rabbrividire quelli diffusi da Sud Etudiant, un sindacato studentesco francese. In Francia, infatti, uno studente su 57, non importa se maschio o femmina, si prostituirebbe. In Svizzera ancora non si parla di dati così allarmanti, ma il fenomeno c'è.

Lo dimostrano casi come quello di Justine, studentessa in lettere di 23 anni: "Per un po' - ha raccontato - visto che i miei genitori non navigano nell'oro e hanno altri figli di cui occuparsi, per pagarmi gli studi ho fatto la domestica a ore, poi mi sono decisa a contattare un'agenzia di escort e, ormai, faccio la prostituta part-time".

Justine esercita in un grande appartamento dove si sente al sicuro, ha una clientela selezionata e lavorando due giorni alla settimana a fine mese si ritrova con nove mila franchi in tasca.

Quel che succede, stando ad alcune segnalazioni, anche a Lugano, dove ad esercitare la prostituzione c'è qualche studentessa dell'Usi. "Ne sono al corrente in quanto una persona che conosco ha contattato una studentessa tramite una piattaforma per la ricerca di partner", spiega il criminologo Michel Venturelli. "Quel tale - precisa Venturelli - ha pagato ben 1'500 franchi per una prestazione e, oltretutto, non era per nulla soddisfatto".

"Attenzione, però, perché stiamo parlando di un problema difficile da analizzare, in quanto mancano studi attendibili sul fenomeno", aggiunge la professoressa Maritza Le Breton, esperta in assistenza sociale e docente alla Hochschule für Soziale Arbeit di Olten. "L'unica certezza è data dal fatto che, dietro tutto ciò, c'è un business economico enorme, se consideriamo solo l'indotto creato dagli annunci che pubblicizzano incontri".

Il problema è capire se questi giovani che arrivano a prostituirsi lo fanno per necessità o per soddisfare dei capricci, come capi d'abbigliamento firmati, altro oggetti alla moda o magari l'ultimo modello di smartphone. "È certo - spiega Le Breton - che in questo modo si guadagnano soldi facili tuttavia sulle cause andrei cauta". 

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