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CHIASSO"Sono in regola, ma ho ricevuto la multa"

14.08.12 - 14:53
Una delle prostitute che lavorava al Bar Pompeii, chiuso dopo l'intervento della Polizia, racconta la sua storia
Foto Rescue Media
"Sono in regola, ma ho ricevuto la multa"
Una delle prostitute che lavorava al Bar Pompeii, chiuso dopo l'intervento della Polizia, racconta la sua storia

CHIASSO - Ha un permesso di lavoro, l’autorizzazione per esercitare la prostituzione eppure ha ricevuto una multa dopo l’operazione della Teseu. Una ragazza rumena, residente a Chiasso con permesso B dal 2010 racconta il suo caso a Ticinonline.

Operazione Pompeii - Nel corso dell’operazione Teseu, eseguita giovedì 3 agosto all'interno del bar Pompeii di Chiasso, delle 17 donne straniere presenti nel locale, poi chiuso, cinque erano risultate non in regola con le normative vigenti. Le donne erano state denunciate per esercizio illecito della prostituzione e infrazione alla Legge sugli stranieri.
“Al momento del blitz della Teseu, ero lì. Poi ho ricevuto una multa del giudice di 800 franchi – ci spiega la ragazza. Secondo la motivazione della multa esercitavo in un posto illegale. Ma io sono regolare. Hanno detto che cinque ragazze esercitavano  illegalmente, ma non è vero. Sono bugie molto fastidiose”. La ragazza continua e conferma al telefono: “Certo, io ho il permesso per esercitare la prostituzione. Ho fatto una scelta, mi sono dichiarata da tre anni  e a casa mi è arrivata l’autorizzazione per esercitare presso la sauna Pompeii, quindi con il nome del locale. Adesso perché mi arriva la multa? Mi dicono che non dovevo esercitare in quel locale, privo di autorizzazione. Ma se io ottengo un’autorizzazione presso quel locale, non  vado certo ad indagare, non vado a chiedere al proprietario. Io ho un permesso, pago le tasse da tre anni, se è tutto regolare, penso che l’attività che sto facendo  in quel locale è regolare. In questi tre anni nessuno mai ci ha informato. La Polizia non ha mai detto che lì non potevamo andare”.

Dal Ministero Pubblico - Chiaro lo sfogo della ragazza. Difficile affrontare il caso specifico. Dal Ministero Pubblico preferiscono non esprimersi su un caso singolo. Tuttavia ci dicono che se esiste un decreto con una multa, alcuni articoli di legge sono stati di certo violati.  In ogni caso, qualora la ragazza non sia  contenta e voglia contestare la decisione, lo potrà sempre fare con un ricorso.
E la ragazza conferma: “Andrò avanti con un avvocato. Credo sia una ingiustizia. A cosa serve pagare la tasse per tre anni, a cosa serve essere regolare quando poi accade questo? Tanto vale stare senza permesso e prendere una multa inferiore.  Ci sono state ragazze che avevano un permesso da un mese e hanno ricevuto 300 franchi di multa. Io lavoro da tre anni e ne prendo 800”.

La prostituzione dopo "Domino" - Le chiediamo quale sia la situazione nel settore, dopo l’operazione “Domino”. Lei spiega di non capire cosa stia accadendo: “Non so perché c’è questo accanimento, ragioni politiche, chissà. Lo so che non è un bel lavoro, però ognuno ha le sue ragioni. Adesso ci sono solo quattro locali regolari. Dove andiamo?”.
La difficoltà di esercitare dunque diventa adesso il problema principale per molte ragazze, anche perché come spiegano dall’Ufficio della migrazione, diverse hanno un’attività indipendente, per cui non possono usufruire della disoccupazione: “Io sto a casa senza esercitare, senza lavoro, anche perché a casa non è sicuro. Non posso chiedere neanche la disoccupazione, perché la mia è una attività lucrativa indipendente. Ma questo lo sapevo sin dall’inizio, ho scelto di fare questo lavoro e in maniera corretta e regolare. Eppure…  Vogliamo la nostra giustizia, non siamo illegali”.
 
 

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