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LUGANO / ITALIAPetrolio e debiti, a Lugano in fondi del San Raffaele?

03.08.11 - 10:41
Petrolio e debiti, a Lugano in fondi del San Raffaele?

MILANO - Ospedali e petrolio. Due campi apparentemente lontanissi, ma che nel caso del San Raffaele di Milano diventano molto vicini. Gli inquirenti lombardi, che stanno cercando di capire le radici del buco miliardario della struttura di don Verzé stanno battendo la pista del petrolio. Lo fanno in Azerbaijan, repubblica ex sovietica ricca di "oro nero" dove i vertici dell'ospedale avrebbero investito ingenti somme, tramite un fiduciario di Lugano che sarebbe, secondo media italiani, il custode dei proventi dell'operazione. Alcuni giorni fa sempre il Corriere della Sera aveva fatto il nome della Iuvans International, società svizzero-olandese che sarebbe vicina al San Raffaele attraverso il faccendiere Piero Daccò, e un complesso giro di finanziare estere.

La vicenda dei debiti del polo d'eccellenza milanese, forse a causa dei quali il braccio destro di don Verzé Mario Cal si è suicidato, è un mistero da chiarire punto per punto. La pista del petrolio azero sarebbe suffragata da una circostanza: la presenza della First Lady della nazione sul Mar Caspio alla festa per i 90 anni di don Verzé. Una presenza che allora passò praticamente inosservata, ma che oggi si legge in un altro modo: che ci faceva al party, accanto a Silvio Berlusconi, ministri e cardinali, la signora Mehriban Aliyeva, dato che il San Raffaele non ha strutture in Azerbaijan?

Il sospetto è che ci sia un vasto giro d'investimenti e di affari, privati e riservati, gestiti dal fiduciario luganese attraverso veicoli societari. Una matassa ancora tutta da dipanare.

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