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ZURIGOZurigo, il presunto simpatizzante dell'Isis aveva diffuso un video brutale

07.05.16 - 14:25
Finora era noto che l'oggi 26enne dovrà rispondere di sostegno a un'organizzazione criminale. L'udienza è prevista per il 14 luglio a Bellinzona
Zurigo, il presunto simpatizzante dell'Isis aveva diffuso un video brutale
Finora era noto che l'oggi 26enne dovrà rispondere di sostegno a un'organizzazione criminale. L'udienza è prevista per il 14 luglio a Bellinzona

ZURIGO - Il presunto combattente della jihad 26enne proveniente dall'agglomerato zurighese, arrestato il 7 aprile 2015 all'aeroporto di Zurigo mentre si apprestava a partire per una zona di combattimenti, avrebbe prodotto e diffuso un video in cui si vedono ripetuti "atti di violenza terribili contro persone".

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) accusa il presunto simpatizzante dell'Isis di aver realizzato il video il 3 febbraio 2015 a Embrach (ZH), Winterthur o altrove e di averlo poi diffuso, come indica l'atto d'accusa di cui il Tribunale penale federale ha per la prima volta reso pubblici alcuni dettagli, scrive oggi il "Tages-Anzeiger".

Finora era noto che l'oggi 26enne dovrà rispondere di sostegno a un'organizzazione criminale. L'udienza è prevista per il 14 luglio a Bellinzona.

Il giovane voleva andare ad Istanbul "con lo scopo di aderire all'Isis (il sedicente Stato islamico) e morire come martire", aveva indicato l'MPC.

Arrestato il 7 aprile 2015, il 22 dello stesso mese la Procura federale ne aveva annunciato la rimessa in libertà, affermando che non c'erano più motivi per tenerlo in detenzione preventiva. Al giovane era stato tuttavia trattenuto il passaporto e gli era stato imposto di presentarsi tre volte per settimana alla polizia. Successivamente era stato disposto un blocco dei documenti di legittimazione per impedirne una fuga all'estero.

Nella sua sentenza, la Corte dei reclami penali del TPF ha approvato a inizio di quest'anno la loro confisca, giudicando alto il pericolo di fuga, e ha confermato che il giovane è sospettato di aver voluto apportare il suo sostegno allo Stato islamico. Dopo l'arresto, gli inquirenti hanno trovato sul suo telefonino simboli dell'Isis, foto di combattenti jihadisti e testi di propaganda in cui si giustifica la violenza e la morte da martiri.

Tra settembre e dicembre 2014, lo svizzero-libanese aveva avuto contatti telefonici regolari con un ragazzo di Winterthur poi partito con la sorella verso la Siria per sostenere l'Isis. I due adolescenti di 16 e 17 anni sono stati arrestati a fine dicembre 2015 all'aeroporto di Zurigo mentre rientravano in Svizzera, dopo circa un anno di assenza, su un aereo proveniente da Istanbul.

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