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NHLStreit cancella la data di nascita: “Non chiamatemi vecchio”

29.01.15 - 07:00
Il rossocrociato ha raccontato la sua avventura a stelle e strisce. “È stata ed è fantastica. Non tornerò mai in Svizzera, se non quando avrò smesso. Sapete come si dice: Home sweet home”
Streit cancella la data di nascita: “Non chiamatemi vecchio”
Il rossocrociato ha raccontato la sua avventura a stelle e strisce. “È stata ed è fantastica. Non tornerò mai in Svizzera, se non quando avrò smesso. Sapete come si dice: Home sweet home”
HOCKEY: Risultati e classifiche

PHILADELPHIA (USA) – Dici NHL e pensi a un mondo chiuso, a parte, destinato solo a un'élite nella quale è praticamente impossibile entrare, soprattutto se sei nato dalla parte sbagliata dell'Oceano.

Così è stata a lungo, soprattutto per gli svizzeri. Poi è arrivato un certo Mark Streit, da Englisberg, e tutto è cambiato.

Difensore solido e talentuoso, dopo aver assaggiato Tallahassee (con i Tiger Sharks) e Salt Lake City (con gli Utah Grizzlies), il “nostro” Mark ha infatti convinto i Canadiens, i quali lo hanno messo sotto contratto nel 2005. Da lì è cominciato il sogno. Montreal, New York (con gli Islanders) e ora Philadelphia (Flyers), Streit è diventato una colonna dell'hockey nordamericano. È divenuto indispensabile. I tifosi non ne possono più fare a meno, non si possono arrendere all’idea di un suo rientro in Patria.

“Tornare a giocare in LNA? No, non penso proprio accadrà – ci ha confidato proprio Mark – ho già disputato parecchi campionati in Svizzera, dove sono cresciuto molto. Poi però ho scelto la NHL ed è qui che voglio chiudere la mia carriera. Non è supponenza, solo praticità: rientrare in quell'hockey non sarebbe per nulla semplice. Quel gioco è molto diverso, per la dimensione delle piste, il modo in cui si pattina, da quello al quale ormai mi sono abituato qui in Nord America. Non penso mi troverei bene con quello “stile””.

Sulla decisione pesa anche la carta d'identità? Ormai hai una certa età...
“Ehi, non chiamatemi vecchio. Ho 37 anni, è vero, ma non me li sento. E poi mi diverto ancora come un matto. Vedo in giro 30enni che non hanno la mia esplosività o tenuta. Non posso insomma che essere soddisfatto della mia condizione fisica. Sto benissimo e sono pronto a onorare fino in fondo il mio accordo con Philadelphia”.

Età o meno, tu sei un idolo per molti tuoi connazionali. E non stiamo parlando dei tifosi: Josi e Niederreiter ti hanno “scelto” come “miglior svizzero”...
“Questi discorsi non mi piacciono: hanno poco senso. I paragoni lasciano infatti il tempo che trovano e di sicuro non mi mettono a mio agio. Che volete che vi dica? Posso solo ammettere di essere stato un apripista, di aver forse reso loro la vita più facile venendo per primo in NHL. Se loro sono qui, però, non è certo per merito mio. Sono ragazzi fantastici con qualità eccezionali e con una grande carriera che li aspetta. Se volete possiamo parlare di ciò. Non di chi è più o meno bravo...”.

Nella Città dell'amore fraterno hai firmato l'ultimo grande contratto della tua carriera?
“Non so. Certo potrebbe essere, ma davvero non si può mai dire quel che accadrà in futuro. Finché il fisico tiene, poi...”

I Flyers. Che ci dici della vostra stagione?
“It's tuff, è dura – ha aggiunto Streit - non tutto sta andando come vogliamo. Dobbiamo lavorare sodo, impegnarci per rendere migliore la nostra classifica. Certo, ci aspettavamo di essere più competitivi ma di certo non ci arrenderemo: ci sono ancora tante partite davanti a noi prima della fine della regular season”.

USA e Canada ti hanno accolto. Ma cosa succederà una volta che ti leverai i pattini?
“Ecco, a quel punto tornerò a casa”.

Niente stile di vita “yankee”?
“Macché - ha continuato Mark – sapete come si dice: home sweet home. In Nord America ho vissuto un'avventura fantastica ma il mio mondo, la mia casa, la mia famiglia, sono in Svizzera”.

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