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MIAMIHeins prova a zittire Westrum: “Erik? Sfortunato. Io godevo degli insulti dei tifosi”

18.11.14 - 09:00
Dopo il “buio”, il canadese è ancora in riabilitazione: “Ho temuto di rimanere sulla sedia a rotelle. Non sono un giocatore sporco: non ho mai sperato di far male a qualche avversario”
Heins prova a zittire Westrum: “Erik? Sfortunato. Io godevo degli insulti dei tifosi”
Dopo il “buio”, il canadese è ancora in riabilitazione: “Ho temuto di rimanere sulla sedia a rotelle. Non sono un giocatore sporco: non ho mai sperato di far male a qualche avversario”
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MIAMI (USA) - Per alcuni l’hockey è solo tattica, tecnica e classe. Per altri è solo fisico. Ci sono i fenomeni e ci sono gli “onesti lavoratori”. Tutti, con sudore e passione, possono entrare nelle grazie dei tifosi. Tutti, con dei comportamenti “al limite”, possono diventare odiatissimi. Uno di questi è Shawn Heins, 40enne che in Svizzera ha trovato gloria a Friborgo. Grosso, rude e cattivo, il difensore è ricordato, almeno alle nostre latitudini, più per i suoi interventi spigolosi che per qualche ghirigoro sul ghiaccio. Erik Westrum, intervistato pochi giorni fa, è stato una vittima di Heins. Erik Westrum, intervistato pochi giorni fa, ha detto di non essere rimasto sorpreso dalla brusca fine della carriera del canadese. Tutto ritorna…

Infatti una sera, nell’aprile del 2013, Heins ha visto terminare improvvisamente la sua storia sul ghiaccio: un cross-check di Franco Collenberg lo ha fatto finire con la testa sulla gabbia. Poi è stato il buio...
“Il mio “incidente” è arrivato per una serie sfortunata di coincidenze - ha sottolineato proprio Shawn - Davvero non ho alcunché da rimproverare a Collenberg. Non provo rabbia per quel suo cross-check, stava solo facendo quel che doveva: giocando duro”.

Come ti senti ora?
“Ho problemi con la forza nel lato destro del mio corpo e soffro costantemente di dolori al collo e di mal di testa. Ma mi reputo fortunato: sarei potuto rimanere in sedia a rotelle per il resto della vita. Per qualche tempo l’ho davvero temuto”.

In un attimo tutto è cambiato…
"L’incidente ha modificato il mio modo di guardare alla vita, ora non dò più nulla per scontato. L’hockey è il miglior sport del mondo ed è stato un privilegio e un onore aver potuto giocare delle partite… ma è anche rischioso: qualcosa di spiacevole ti può capitare in qualsiasi momento. Ritornare? Adesso non sto facendo alcun tentativo di rientrare, devo essere sincero: mi sto concentrando solo sulla mia salute. Sto lavorando per tornare a stare bene”.

Dopo l’infortunio il Friborgo non ti ha rinnovato il contratto…
“Mi sono sempre trovato bene a Friborgo. I Dragoni mi hanno dato la possibilità di giocare quando il Basilea mi ha licenziato. Hanno sempre trattato alla grande me e la mia famiglia. Non avrei potuto prendermela con loro. Non c’è che dire: il mio cuore è rimasto a Friborgo, con il club e con i ragazzi che ci giocano”.

Uno come Heins non passa mai inosservato. In pista attiravi sempre l’attenzione…
“Il mio rapporto con i tifosi, negli anni svizzeri, è stato particolare. Una parte di quelli che sedevano in tribuna mi amava, un’altra mi odiava. Questo non è in ogni caso mai stato un problema: chi segue le partite ha il diritto di scegliere come comportarsi con chi scende sul ghiaccio. I fan pagano soldi guadagnati con il sudore della fronte, ci mancherebbe altro che non possano avere i loro preferiti”.

In Ticino, se parli di Heins pensi subito a Westrum. L’ex Ambrì ti ha definito “giocatore sporco”. Ha detto che ti odia.
“Quanto successo a Westrum è stato solo sfortuna - ha continuato il canadese - Quando si era ripreso dall’infortunio causato dal mio bodycheck, questo lo ricordo bene, mi è capitato di incrociarlo in palestra prima di un match. Gli ho chiesto scusa e mi sono mostrato dispiaciuto per quanto accaduto. Gli ho anche fatto sapere che speravo davvero potesse ritrovare la forma migliore. Non sono un giocatore “sporco”. Ho sempre giocato duro, questo è vero ma non ho mai fatto scorrettezze. Chi mi conosce sa quanto ami il gioco. La maggior parte dei miei body-checks non sono stati puniti con dei minuti di penalità. Questa dovrebbe essere una prova in mio favore. Non ho mai sperato di far male a qualche avversario; non sono quel tipo di giocatore che prova a causare dolore apposta. Spero che Erik possa rimettersi presto”.

La Svizzera di Shawn si è fermata a una sera di aprile 2013.
“Il vostro Paese mi manca moltissimo. Manca a me e alla mia famiglia. La Svizzera è una grande nazione e i tifosi sono davvero molto passionali. Suonerà strano ma io ho goduto delle urla, come anche degli degli insulti, dei supporter...”.

Dove vivi e di cosa ti occupi ora?
“Vivo in Florida, dove sto continuando la riabilitazione. Ho tre bambini, Preslie di undici anni, Caeden di otto e Ashton di uno, e una moglie, la bellissima Vanessa. Il mio futuro? Sono concentrato sulla mia salute: voglio tornare al meglio…”.

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