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L'OSPITEI contadini hanno contribuito in modo decisivo a evitare il parco

02.12.16 - 17:00
Georges Stoffel
tipress
I contadini hanno contribuito in modo decisivo a evitare il parco
Georges Stoffel

Dopo il no al Parc Adula i media scrivono tutto il possibile sulle ragioni del risultato negativo, mentre l’agricoltura, seriamente coinvolta, e i contadini si lasciano in disparte. Tuttavia mobilizzando gli amici, i clienti, gli artigiani, ecc., i contadini e le loro famiglie, hanno assunto un ruolo importante nella bocciatura del Parc Adula.

Più ci si avvicina all’Adula e alla regione della Greina, più il territorio ancora oggi è caratterizzato dalla pratica dell’agricoltura e dall’alpicoltura, specialmente dalla parte grigionese e nella zona molto importante della valle di Blenio.

In alcuni comuni delle regioni del sud delle Alpi, se si considera il numero di aziende, la maggior parte della popolazione non pratica più l’agricoltura. Questo tra l’altro spiega l’alto numero di sì.

Il risultato è anche un chiaro segnale che i contadini non vogliono mettere a rischio la loro alpicoltura con il «Rewilding» (creazione di zone selvagge), creando riserve di grandi predatori nel mezzo di territori sfruttati dall’alpicoltura. Hanno capito che anche se la Convenzione di Berna dovesse cadere, rendendo il lupo cacciabile, i parchi rimarrebbero una riserva inesauribile per nuovi lupi, poiché là dentro non si potrebbero cacciare. I lupi, e più tardi anche gli orsi, potrebbero così arrecare grandi danni nella zona periferica nelle zone adiacenti.

Nella sola zona centrale il 27% della superficie sono pascoli alpini che, secondo la Charta, sarebbero stati ridotti del 12%. Ciò significa che questa superficie alpestre non si potrebbe più sfruttare e che non si riceverebbero più i contributi per l’alpeggio. In futuro sarebbero probabili altre restrizioni, poiché nella zona centrale la pastorizia non è veramente benvenuta.

Nella zona centrale e periferica e nella zone adiacenti sono colpiti 20'000 ettari di pascoli alpini e molti prati, sfruttati dall’agricoltura di montagna.

In generale si temeva che la zona periferica sarebbe stata presa di mira dalle organizzazioni per la protezione della natura e dall’Ufficio federale dell’ambiente, che avrebbe sostento finanziariamente il progetto in modo determinante. Questo timore era condiviso anche dalla popolazione non contadina, su questo si era d’accordo.

Il fatto che i media non abbiano tenuto conto di tutto ciò, dimostra come la nostra società sia lontana da noi contadini. Poiché viaggiando attraverso il paesaggio risulta evidente che la maggior parte del terreno è adibito all’agricoltura. E se si va in escursione sulle nostre montagne si incontrano molti alpeggi sfruttati.

Se l’agricoltura non fosse radicata in molti comuni, un tale risultato non sarebbe di sicuro stato possibile. Infatti dove ci sono solo pochi contadini il risultato è stato risicato o a favore del parco.

 

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