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L'OSPITEQuelli che... Daranno sempre fastidio

10.09.15 - 23:10
Donatello Poggi
tipress
Quelli che... Daranno sempre fastidio
Donatello Poggi

Quelli che non si allineano, quelli che non si “adeguano”, quelli che – come cantava Giorgio Gaber – sinistra, destra? Quelli che non abbassano mai la testa, quelli che – magari sbagliando – dicono ciò che pensano a voce alta. Quelli che non accetteranno mai, specie in politica, il famoso detto: “ Non capisco ma ubbidisco”. Quelli che sono contro il gettonato “quieto vivere” politico che, perorato per anni, genera quei disastri che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Quelli che: “Sì la tua è una proposta valida, ma forse non è il momento (non è mai il momento!)”. Quelli che di solito sono definiti cani sciolti, teste calde, imprevedibili, controcorrente, sono molte volte persone libere di pensiero e quindi diventano “scomode”.
E qui le formazioni politiche di destra e di sinistra sono parecchio simili, in quanto non vogliono al loro interno persone che “mettano in dubbio”, poiché questo nuoce (?) alla stabilità del partito o del movimento. A mio modesto avviso questo loro agire spiana invece la strada verso l’appiattimento del partito o del movimento stesso e del dibattito politico in generale.

E’ ormai da vent’anni che dai cosiddetti saccenti della politica nostrana sento e sentiamo le solite tiritere del tipo: “… ci vogliono misure e azioni strutturali, il dipartimentalismo non funziona e si lavora troppo a compartimenti stagni (basta!), bisogna avere il coraggio di intervenire sulla spesa pubblica ormai fuori controllo (quando mai?), gli alti funzionari hanno troppo potere, la nostra amministrazione pubblica è sproporzionata rispetto alle esigenze del nostro Cantone (buongiorno!), basta con i tavoli di discussione bisogna agire, … e via discorrendo. In vent’anni non è cambiato in pratica nulla!
Tentarono di invertire questa rotta Marina Masoni per un verso e Pietro Martinelli per l’altro, ma vennero ostacolati in primis (mio giudizio) dai loro stessi partiti.

E poi volete che non ci siano persone che si sono stufate di queste vere e proprie meline politiche e, di conseguenza, “non si adeguano” più?

Un “grande saggio” della politica ticinese, ancora lucidissimo e sempre presente con i suoi brillanti e dettagliati scritti, ebbe a dire in Gran Consiglio, parecchi anni fa: “Meglio un cane sciolto che un asino al guinzaglio”. E qui finisce il film.

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