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CONFEDERAZIONE/MONDONiente ipoteca? I soldi per la casa te li diamo noi

06.02.17 - 06:20
La decisione di Raiffeisen, che rinuncia ad abbassare i requisiti minimi, rilancia il crowdlending: rivisitazione del vecchio concetto di prestito tra privati, ma dove i finanziatori sono tanti
Niente ipoteca? I soldi per la casa te li diamo noi
La decisione di Raiffeisen, che rinuncia ad abbassare i requisiti minimi, rilancia il crowdlending: rivisitazione del vecchio concetto di prestito tra privati, ma dove i finanziatori sono tanti

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

LUGANO - Tutto come prima. Tutto da rifare. Dopo tanto prender tempo, adesso è ufficiale: Raiffeisen non concederà ipoteche per la casa a chi non potrà permettersele, ha confermato il direttore Patrik Gisel. Scontato? Non proprio, visto che l'istituto ci aveva pensato seriamente: a offrire denaro anche a chi non soddisfacesse i requisiti minimi. E ad abbassarli, altrimenti detto.

Giovani troppo discriminati da tassi e regole - Ma il progetto, accennato a settembre, ribadito in dicembre, oggi viene accantonato. «Per il momento», precisa Gisel, accolto infine il parere negativo di Banca nazionale e Autorità federale di vigilanza dei mercati finanziari che subito l'avevano messo in guardia dai possibili rischi. Affossando progressivamente l'idea di dare aiuto ai giovani, discriminati da tassi d'interesse del 5% che, all'inizio della carriera professionale e con redditi ancora troppo esigui, non sono in grado di sostenere.

Proprietari di casa solo dopo i 50 - Lo confermano cifre inequivocabili. Benché negli ultimi quindici anni la Svizzera abbia assistito a un boom del numero di proprietari di casa, cresciuto di almeno 300mila persone (+26%) secondo le stime di Credit Suisse, l'età media è aumentata. Mentre nel 2000 chi possedeva un'abitazione aveva 54 anni, oggi la quota maggiore di detentori si colloca nella fascia 59-69: e la media, compresi tutti, sale dunque a 57. Tra i quarantenni si stima viva in appartamento proprio il 36%; il 22% appena fra i trentacinquenni.

Lavoro flessibile? Soltanto un alibi - Complice anche un lavoro sempre più flessibile, che pretende mobiltà: l'affitto si rivela spesso dunque il migliore investimento. Ma è solo una, e la meno importante, delle ragioni. Né il fatto di metter su famiglia sempre più tardi, e avere a disposizione due redditi, incide quanto l'incapacità di fornire le adeguate garanzie. Per questo, stimano gli analisti, le vendite già il prossimo anno dovrebbero scendere al di sotto delle 20mila unità; entro il 2030 calare a 16mila, nel 2040 addirittura a 9mila. Forse.

Un'alternativa social- Perché un'alternatica c'è. Non solo in un Ticino in cui la sostenibilità dell'acquisto, poco più alta del 50%, è in crescita lieve; ma ovunque, grazie a "nuove" forme di finanziamento che si fanno strada assieme alla sharing economy. Tutti insieme su una piattaforma social, dove ciascuno mette a disposizione giusto quello che riesce, fino al raggiungimento dell'importo necessario: il successo che hanno avuto in America, per tradizione apripista di tendenze, mostra come le probabilità siano ottime perché attecchiscano anche qui, in assenza di una legislazione in grado di regolamentare un fenomeno attualmente esistente in proporzioni troppo modeste per destare spavento o allarme. 

Roba "vecchia", che viene dagli Usa - Ma il crowdlending, assicura Credit Suisse, fa ormai capolino e anche di più nella Confederazione. Con il suo nome difficile che rivisita la tradizione "antica" del prestito tra amici, vicini di casa o conoscenti: e invita a cedere piccole somme di capitale a terzi, in vista di un rientro con il tempo e con i giusti interessi. Mai più usurari come si rischiava in passato, quando ci si faceva bastare la parola d'onore e un "pagherò".

Oltre due mesi d'inserzione: e poi? - Una potenziale risorsa in un Paese dove le agenzie immobiliari fanno sempre più fatica a piazzare case. Oggi la durata minima di un'inserzione si è allungata e ha raggiunto 67 giorni per le soluzioni unifamiliari, 73 per gli appartamenti; ma potrebbe di nuovo accorciarsi se prendesse piede l'acquisto tramite siti di condivisione online. 

Basta poco: perché l'unione fa la forza - Nel 2015, negli Usa, erano già ben 152; in Europa, il Paese più lungimirante era la Gran Bretagna con 16. Opzione interessante, che rimarca la linea sempre più social e collettiva verso cui fluttua il denaro. Dal 2016, grazie al titolo III del Job Acts, negli Stati Uniti si possono offrire anche un paio di migliaia di dollari, da investire in un bene dai molteplici e piccoli finanziatori. La Svizzera, giurano gli studi, potrebbe iniziare presto a seguire l'esempio: e il ripensamento forzato di Raiffeisen fa da incentivo.

 

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COMMENTI
 

pillola rossa 7 anni fa su tio
Un sistema simile è stato messo in atto dalla Germania per risollevarsi dalla prima guerra mondiale. A qualcuno non è piaciuto...
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