Cerca e trova immobili
È la risposta ufficiale del partito repubblicano, firmata dalla governatrice Nikki Haley, e una critica implicita a Donald Trump
WASHINGTON - "Presto la presidenza Obama finirà, e l'America avrà l'opportunità di imboccare una nuova direzione": è la risposta ufficiale del partito repubblicano all'ultimo discorso sullo stato dell'Unione del presidente americano Barack Obama, affidata quest'anno a Nikki Haley, governatrice del Sud Carolina, nata nello Stato americano da una famiglia di origine sikh, immigrata dall'India.
Ma il suo 'contro-discorso' è parso soprattutto una critica a Donald Trump: "Alcune persone pensano che bisogna avere la voce più forte per fare la differenza. Ma non è vero. Spesso, la cosa migliore che possiamo fare è abbassare il volume".
Haley - intervenuta in diretta tv subito dopo il discorso di Obama - non ha mai nominato Trump, ma nel suo intervento sono emersi più volte attacchi alle idee del 're del mattone', in particolare sull'immigrazione. "Dobbiamo resistere alla tentazione di seguire il richiamo delle voci più arrabbiate - ha spiegato la governatrice - Nessuno dovrebbe mai sentirsi indesiderato in questo Paese se ha voglia di lavorare duramente, di rispettare la legge e di amare le nostre tradizioni".
"Crescendo nel Sud, la nostra famiglia non era come le altre e non avevamo molto", ha quindi ricordato Haley, sottolineando che "ci sono stati tempi duri, ma avevamo la possibilità di fare ed essere qualsiasi cosa volessimo, lavorando". Haley ha quindi criticato il presidente Obama: riconoscendo come la sua elezione sette anni fa "ruppe delle storiche barriere e ispirò milioni di americani". Ma a suo parere il presidente non è stato in grado di proteggere la nazione dal terrorismo e ha alimentato il debito nazionale. "È necessario correggere il sistema - ha quindi concluso - fermando l'immigrazione illegale e dando il benvenuto agli immigrati regolari a prescindere da razza e religione. Come è stato fatto per secoli".
Secondo alcuni osservatori Haley potrebbe essere scelta come candidato vicepresidente da Marco Rubio, Jeb Bush o Chris Christie, qualora uno di loro vinca la nomination per la Casa Bianca.
