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UNGHERIA«Noi "cacciatori di migranti" stiamo salvando l'Europa»

04.08.16 - 18:11
L'istituzione in un comune di confine ungherese di una ronda anti-abusivi ha fatto discutere, per la popolazione però sono degli eroi
«Noi "cacciatori di migranti" stiamo salvando l'Europa»
L'istituzione in un comune di confine ungherese di una ronda anti-abusivi ha fatto discutere, per la popolazione però sono degli eroi

BUDAPEST - «Questo gruppo di migranti afghani e pachistani ha ingannato le guardie di confine, ma non la nostra pattuglia», con questo post social (accompagnato da una foto inequivocabile) László Toroczkai sindaco tendente all'estrema destra del comune ungherese di Ásotthalom ha ribadito ancora una volta l'efficienza del corpo straordinario di "cacciatori di migranti" istituito ad hoc nella sua cittadina.

Sostenuti dalla Regione - Nata originariamente come ronda volontaria si è poi trasformata in un lavoro vero e proprio per cinque (nerboruti) uomini. I costi di questa "squadra speciale" che pattuglia le campagne in cerca di migranti abusivi erano inizialmente coperti da donazioni elargite dalla popolazione. In seguito, però, vista la loro «pubblica utilità» ad accollarsi tutte le spese è stata la Regione.

Vasto territorio - Il motivo? Cause di forza maggiore: Ásotthalom, cittadina dell'Ungheria meridionale, a ridosso del confine con la Serbia, ha solamente 3'000 abitanti ma è immersa in chilometri e chilometri quadrati di campi e boschi. Malgrado la costruzione di una barriera di filo spinato lunga 175 chilometri lungo la linea di confine, proprio a causa della conformazione geografica del territorio c'è sempre chi riesce a "intrufolarsi".

«Salvatore dell'Europa» - «Li inseguo e li prendo con le mie mani», ha raccontato Tari (38enne) massiccio e barbuto ex-buttafuori che su Facebook si auto-insignisce del titolo di «salvatore dell'Europa» ed è, di fatto, il vero e proprio volto della squadra speciale di "cacciatori di migranti". Armato di pistola, sempre in tuta mimetica, è solito seguire anche per giorni le piste lasciate dai rifugiati in fuga fatte da giacigli, bottiglie vuote e sacchetti. Solo nel mese di giugno avrebbe totalizzato 310 "catture", tutte certosinamente documentate sui social.

Visti come eroi - Malgrado i metodi discutibili gli uomini di Torockzai sono visti dalla popolazione locale alla stregua di eroi soprattutto con la crescente paura legata ai recenti attentati terroristici (il tasso di consensi, secondo un sondaggio recente, sarebbe del 76%). L'emergenza rifugiati in Ungheria, sempre stando al quotidiano tedesco, starebbe peggiorando giorno dopo giorno. In molti centri d'accoglienza, infatti, mancherebbero addirittura i pasti. Secondo l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) in diverse strutture le condizioni sarebbero «terribili».

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