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COREA DEL SUDRilasciata l'ex vicepresidente di Korean Air

22.05.15 - 09:58
L'Alta Corte di Seul ha ridotto a 10 mesi e sospeso per due anni la pena detentiva a carico di Cho Hyun-ah
Rilasciata l'ex vicepresidente di Korean Air
L'Alta Corte di Seul ha ridotto a 10 mesi e sospeso per due anni la pena detentiva a carico di Cho Hyun-ah

SEUL - L'Alta Corte di Seul ha ridotto a 10 mesi e sospeso per due anni la pena detentiva a carico di Cho Hyun-ah, ex potente vicepresidente di Korean Air finita nella bufera per la cosiddetta "rabbia delle noccioline", che in primo grado le era costata una condanna a un anno di carcere.

Cho, detenuta dal 30 dicembre, tra gli altri addebiti, è stata riconosciuta colpevole della violazione della sicurezza aerea quando il 5 dicembre 2014 obbligò il pilota di un A380 di Korean Air in fase di rullaggio al Jfk di New York (e diretto a Seul) di rientrare al gate per far scendere il capo cabina, il più alto in grado tra gli assistenti di bordo, per l'incompetenza nel servire le noccioline "macadamia" in prima classe.

Violando il protocollo, non le era stato chiesto se le voleva e in aggiunta le erano state servite - fatto ai suoi occhi ancor più grave - solo nel sacchettino di plastica invece che sul piattino, come da standard.

Nell'udienza di appello, i pubblici ministeri hanno chiesto addirittura l'inasprimento della pena detentiva a tre anni, a causa delle "violenza all'integrità umana per tutti gli insulti fatti al personale di volo in forza del denaro e del potere", esprimendo dubbi sul "suo reale pentimento".

Cho, 40 anni, ha ammesso gli addebiti contestati tranne quello della "alterazione del piano di volo programmato" che poteva costare fino a 10 anni di carcere. Il pool di avvocati, infatti, ha rilevato che l'aereo ha "fatto marcia indietro per meno di 20 metri" per consentire l'uscita del capo cabina "costituendo un quasi cambio dei piani di volo".

Dopo la sentenza, Cho si è inchinata verso la corte e, dopo essere stata rilasciata, non ha voluto fare commenti, demandando al suo avvocato l'onere di offrire "ancora una volta le scuse per quanto accaduto" che ha creato in Corea del Sud un'ondata di forte indignazione.

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