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ITALIA"La Orlandi è viva e probabilmente è in qualche convento"

15.12.14 - 17:02
Alì Agca, dopo l'attentato a Papa Wojtyla in Piazza San Pietro, chiede al governo italiano di concedergli il visto per poter rientrare a Roma
"La Orlandi è viva e probabilmente è in qualche convento"
Alì Agca, dopo l'attentato a Papa Wojtyla in Piazza San Pietro, chiede al governo italiano di concedergli il visto per poter rientrare a Roma

ROMA - "Vorrei andare sulla tomba di Giovanni Paolo II, che mi ha fatto visita in carcere. Non ho potuto partecipare ai suoi funerali e quindi vorrei rendergli omaggio come a un fratello spirituale". Alì Agca, oltre trent'anni dopo l'attentato a Papa Wojtyla in Piazza San Pietro, chiede al governo italiano di concedergli il visto per poter rientrare a Roma.

L'ex 'lupo grigiò, che ha scontato le sue condanne tra Rebibbia e la Turchia, torna a parlare, in un'intervista all'agenzia italiana ANSA, anche della scomparsa di Emanuela Orlandi, lanciando nuove accuse al Vaticano.

"È assolutamente viva e probabilmente è in qualche convento, forse è diventata suora - afferma -. Il Vaticano sa tutto, ma nega tutto. Sarà difficile che Emanuela possa riemergere da sola ed è anche difficile che il Vaticano possa consegnarla alla sua famiglia. Questo mistero continuerà per molti anni. Anche Papa Francesco non parla, perché i suoi consiglieri gli dicono di non parlare".

L'ex terrorista, che ha più volte cambiato versione sulla vicenda, chiama ora in causa il fratello di Emanuela, Pietro, che - sostiene - "sa molte cose, per questo sta combattendo, non è un pazzo, non è un paranoico, sa che c'entra il Vaticano". Poi cita a suo sostegno Vatileaks. "Il Corvo, Paolo Gabriele - spiega - ha rivelato alcuni documenti scritti ed in uno di questi si diceva letteralmente a Papa Ratzinger di non parlare mai del caso Orlandi: non è molto strano? È un fatto che porta molti sospetti verso il Vaticano".

Agca, che parla da Tirana, spiega poi all'ANSA di non aver detto ancora tutta la verità sull'attentato a Papa Wojtyla: conferma che a ordinargli l'azione fu l'Ayatollah Khomeini ("l'ho scritto nel mio ultimo libro - afferma -, è la verità") e precisa che presto si avranno novità sulla dinamica. L'ex 'lupo grigio' sta collaborando alla realizzazione di un film. La pellicola, tra le altre cose, prende in considerazione l'ipotesi della presenza di un complice in piazza San Pietro il 13 maggio 1981.

Agca definisce i terroristi dell'Isis "criminali impazziti che dimostrano il fallimento dell'Islam" e prende di mira il governo turco "inabissato in un oceano di corruzione". Sostiene che Papa Francesco non è in pericolo, perché "i terroristi islamici potrebbero pensare di ucciderlo, ma credo sarebbe difficile arrivare al Vaticano. Il loro primo obiettivo sono Obama o Netanyahu".

Critica quindi l'attuale Pontefice per la scelta di non incontrarlo durante la sua visita in Turchia, nonostante lui avesse chiesto di vederlo. "Il Papa non ha voluto vedermi per non infastidire il governo turco - afferma -. A Papa Francesco avrei detto che dobbiamo creare una nuova religione, un nuovo ordine mondiale. Io sono al centro del mistero di Fatima e ho il dovere di edificare una nuova religione per illuminare l'umanità intera".

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