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STATI UNITI«Sono allergica a mio marito»

16.01.17 - 17:44
Affetta da una rara sindrome, Johanna non può stare nella stessa stanza di Scott
«Sono allergica a mio marito»
Affetta da una rara sindrome, Johanna non può stare nella stessa stanza di Scott

MINNEAPOLIS - È una vita matrimoniale molto particolare quella che conducono Scott e Johanna Watkins, due sposi del Minnesota. Da quando alla 29enne Johanna è stata diagnosticata una rara malattia immunologica, infatti, i due non possono più stare insieme nella stessa stanza.

«Se Scott e io vogliamo vedere un programma in tv insieme, non possiamo farlo nella stessa stanza perché io sono allergica a lui ─ spiega la donna alla Bbc ─. Lui quindi sta tre piani più sotto con il suo computer, io con il mio e guardiamo la trasmissione commentandola via chat».

Johanna è affetta dalla sindrome da attivazione mastocitaria (Mcas), una rara patologia in cui delle cellule chiamate mastociti reagiscono in maniera anomala a una vasta gamma di stimoli provocando reazioni allergiche e shock anafilattici. Fra gli elementi che possono causare a Johanna problemi respiratori ed eruzioni cutanee c’è, appunto, l’odore di suo marito: «C’erano delle volte, tre o quattro anni fa quando non avevamo ancora ricevuto la diagnosi, che se le stavo molto vicino, specialmente se il mio viso era molto vicino al suo, Johanna tossiva», rievoca Scott. La donna soffriva già da tempo di emicranie, sindrome dell'intestino irritabile e strani rash cutanei, ma i suoi sintomi sono peggiorati seriamente solo dopo il matrimonio, nel 2013: «Abbiamo iniziato a notare che quando Scott entrava nella stanza mi sentivo sempre peggio», spiega Johanna.

Dalla diagnosi di Mcas, ricevuta l’anno scorso, Johanna, che è allergica anche a molte altre persone, vive in una stanza all’ultimo piano dell’edificio in cui abita anche Scott, protetta da porte e finestre sigillate e da filtri per purificare l’aria. I due affrontano la condizione di lei con stoicismo e speranza: «Voglio che Johanna sia al sicuro e andare a trovarla mette a rischio la sua incolumità ─ spiega Scott al portale britannico ─. Uno dei modi in cui posso prendermi cura di lei è non andare a trovarla. Non intendo mettere a repentaglio la sua salute. Siamo totalmente devoti l’uno all’altra e aspetteremo tutto il tempo che serve per scoprire se esiste un qualche tipo di cura».

Quelle usate abitualmente per la Mcas, purtroppo, non aiutano Johanna. «Non sanno se potrò stare meglio e così speriamo e preghiamo che ciò avvenga», afferma. Il segreto per andare avanti, secondo Scott, è comunicare: «Johanna e io siamo bravi a parlare, parliamo un sacco, tentiamo di comunicare un sacco», spiega. I due, tuttavia, temono sempre il prossimo shock anafilattico: «Ne ho avuti così tanti che abbiamo smesso di contarli ─ assicura Johanna ─. La mia vita potrebbe finire velocemente».

 

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