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ROMACrisi alimentare: 1 miliardo di affamati nel mondo

09.12.08 - 14:32
Keystone EPA/Stephen Morrison
Crisi alimentare: 1 miliardo di affamati nel mondo

ROMA - A pagare la crisi economica saranno i più poveri del mondo. Il numero di coloro che soffrono la fame dal 2007 è aumentato di 40 milioni, passando da 923 a 963 milioni di persone, e con la crisi c´è il rischio di dover rivedere presto questo numero al rialzo. È questa la previsione del ´Rapporto sullo stato dell´insicurezza alimentare 2008´, presentato oggi dalla Fao, l´Organizzazione delle Nazioni Unite per l´alimentazione e l´agricoltura.
L´Obiettivo del Millennio di dimezzare la fame entro il 2015 appare ormai irraggiungibile, se si pensa che proprio la Fao aveva annunciato, pochi mesi fa, che il numero degli affamati, a causa dell´impennata dei prezzi dei prodotti alimentari, era aumentato di 75 milioni tra il 2005 e il 2007, il peggior incremento mai registrato fino a quel momento.

"Ci vuole volontà politica per raggiungere l´Obiettivo del Millennio - ha detto il direttore generale della Fao Jaques Diouf - sono necessari 30 miliardi di dollari all´anno per raddoppiare la produzione agricola mondiale ed eliminare la crisi: stiamo parlando di un investimento pari all´8% dei finanziamenti destinati all´agricoltura nei Paesi Ocse. Se teniamo presente questo paragone mi sento di dire ´yes we can´, possiamo farcela".

Il tempo però stringe, al 2015 mancano solo sette anni e si sta per raggiungere un nuovo record: un miliardo di persone che soffre la fame e la causa resta sempre l´aumento dei prezzi alimentari.

"L´attuale crisi finanziaria ed economica in corso - avverte Diouf, che invita la comunità internazionale a non dimenticare la crisi alimentare, - potrebbe far lievitare ulteriormente la cifra delle persone che soffrono la fame. Invito la comunità internazionale a non interrompere le loro donazioni".

Dal vertice internazionale sull´emergenza cibo, tenutosi a giugno si era raggiunta quota 11 miliardi di finanziamenti. "Io non li ho ancora visti - ha aggiunto Diouf - ma sono stati promessi e sono solo una goccia rispetto a quello che il mondo spende ogni anno per le armi o per l´agricoltura nei Paesi sviluppati".

Le conseguenze della crisi, a partire da una domanda ridotta nei Paesi sviluppati, secondo la Fao minaccia i redditi dei Paesi in via di sviluppo attraverso le esportazioni. Sono a rischio le rimesse di denaro, gli investimenti privati e gli aiuti pubblici allo sviluppo.

Nei Paesi in via di sviluppo il calo dei prezzi non ha portato il sollievo sperato e non si è rivelato un´opportunità per i produttori. I prezzi dei principali cereali sono calati di oltre il 50% rispetto al picco raggiunto agli inizi del 2008, ma rimangono alti rispetto agli anni precedenti.

L´indice Fao dei prezzi alimentari, nell´ottobre 2008 era ancora un 20% più alto rispetto all´ottobre 2006. E con i prezzi delle sementi e dei fertilizzanti più che raddoppiati rispetto al 2006 i contadini poveri non hanno potuto aumentare la produzione, mentre gli agricoltori più ricchi nei Paesi sviluppati sono riusciti a espandere le semine. La produzione cerealicola dei Paesi sviluppati, infatti, è probabile che aumenti di almeno il 10% nel 2008 ma l´aumento nei Paesi in via di sviluppo potrebbe non essere superiore all´1%.

Secondo il rapporto Fao, la maggioranza delle persone sottonutrite vive nei Paesi in via di sviluppo. Nell´Africa sub-sahariana una persona su tre, vale a dire circa 236 milioni, è affetta da fame cronica. La Repubblica Democratica del Congo, da sola, ha guidato l´incremento a causa della situazione di conflitto, facendo aumentare la percentuale delle persone che soffrono la fame nel Paese dal 29 al 76%.


ats/ansa

Foto apertura: Keystone EPA/Stephen Morrison

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