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REGNO UNITO Ciclone sulla City, trader pronti al trasloco

24.06.16 - 19:03
L'occasione è ghiotta per Parigi e Francoforte, che fanno a gara per attrarre banchieri, operatori finanziari e professionisti in fuga dal Tamigi
Ciclone sulla City, trader pronti al trasloco
L'occasione è ghiotta per Parigi e Francoforte, che fanno a gara per attrarre banchieri, operatori finanziari e professionisti in fuga dal Tamigi

LONDRA - La City si prepara a fare le valige. Banche e istituzioni finanziarie internazionali si sono battute fino all'ultimo contro la Brexit e ora studiano piani B per ridurre la loro esposizione sul Regno Unito.

Già all'inizio dell'anno Hsbc aveva annunciato il trasferimento di mille dipendenti da Londra a Parigi, in caso vittoria dei sì al referendum, mentre JP Morgan ha ventilato nei giorni scorsi fino 4000 tagli. Le voci si rincorrono convulse. Morgan Stanley avrebbe addirittura già iniziato il trasloco di 2000 persone, secondo una notizia della Bbc, poi smentita dalla società.

L'occasione è ghiotta per Parigi e Francoforte, che fanno a gara per attrarre banchieri, operatori finanziari e professionisti in fuga dal Tamigi, confidando nel passaporto europeo, che consente l'accesso senza limitazioni al mercato comune, come una carta troppo preziosa perché le società scelgano di rinunciarvi e mantenere il centro della propria attività a Londra.

Già l'8 giugno la Francia si presentava come piazza finanziaria alternativa al caos britannico con la manifestazione 'Paris: welcome to Europe'. Per Francoforte, invece, si è mosso il gruppo di lobbisti Frankfurt Main Finance che ha attivato anche una hotline per chi fosse interessato a trasferirsi in Germania.

Londra, d'altra parte, è pronta a dare battaglia per mantenere il ruolo di centro finanziario globale, uno status che assicura al Regno Unito 2,1 milioni di posti di lavoro e 66,5 miliardi di sterline (94 miliardi di franchi) di entrate fiscali l'anno, l'11% del totale.

"Siete i benvenuti qui", ha detto il sindaco di Londra Sadiq Khan al milione di cittadini europei che vivono nella città, rassicurandoli sul fatto che la metropoli continuerà ad essere aperta agli investitori e al business. "Abbiamo prosperato come centro finanziario e commerciale per più di mille anni e continueremo a farlo", ha aggiunto il presidente del governo municipale della City, Mark Boleat, convinto che "non ci sarà nessuna fuga di massa di banche e istituzioni finanziarie".

Contendere a Londra il suo ruolo sui mercati finanziari, del resto, non è una missione facile per nessuna altra città. Parigi è malvista negli ambienti finanziari per le tasse elevate, che raggiungono un'aliquota del 75% per i più ricchi, mentre Francoforte è troppo "piccola" e "provinciale", secondo il Financial Times, il giornale che più di ogni altro sente il polso della City.

Il quotidiano finanziario si aspetta che le banche non sostituiranno Londra con un'unica altra città ma sposteranno parte del personale nelle varie sedi europee dove sono già operative a partire da Francoforte, Dublino, Parigi, Varsavia e Lisbona. Tra le possibili destinazioni manca Milano che, nonostante la fusione della Borsa italiana con quella di Londra, non riesce a conquistare le attenzioni dei trader britannici in cerca di riparo dalla Brexit.

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