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CANTONEScordatevi il telefono: la pizza a domicilio si ordina online

30.01.15 - 06:07
Nasce minuto.ch, che aspira a portare in Ticino una consuetudine che nel resto della Svizzera è già attecchita da tempo
Ti-Press
Scordatevi il telefono: la pizza a domicilio si ordina online
Nasce minuto.ch, che aspira a portare in Ticino una consuetudine che nel resto della Svizzera è già attecchita da tempo

BELLINZONA - Nasce minuto.ch, che aspira a portare in Ticino una consuetudine che nel resto della Svizzera è già attecchita da tempo. Una vacanza a New York, la voglia di pizza che ti prende. La storia di un business di successo può cominciare anche così: del tutto per caso e per sfizio. Con un amico che ti guarda sconcertato e ti domanda, di contro, a che mai possa servirti il numero di un ristorante che consegna a domicilio.

Il telefono? Solo per navigare - Il successo, per la verità, qui è ancora di là da venire. Per ora ci sono solo buone premesse: radicate nell’osservazione del mondo e rinsaldate dalla conoscenza dei luoghi dove il telefono, semmai, serve per navigare in internet. Uno smartphone, possibilmente all’avanguardia, con connessione veloce che abbatte tempi e costi: in America è consuetudine, in Svizzera interna una realtà che si consolida. Designer il primo a Berna, ingegnere l’altro a Losanna, Tolunay Uklimekci e Michele Cereghetti, 20 anni ciascuno, e un apprendistato di mediamatico a Bellinzona che ha dato loro la voglia di mettersi alla prova insieme, hanno fondato minuto.ch.

L'idea: svecchiare il Ticino - Un sito, da quindici giorni appena a questa parte; un’app per iPhone e iPad, entro un mese, che mira a trasferire a queste latitudini un uso che al Nord è attecchito da tempo. «Il Ticino è ancora arretrato, da questo punto di vista: non lamentiamoci poi se le persone si spostano – spiega Tolunay, origini turche - Durante la settimana siamo interconnessi; veniamo qui per il week end e ci sentiamo fuori posto. Eat.ch, Foodarena.ch sono esperienze solide: ma hanno sempre trascurato il nostro Cantone».

Risparmio di tempo e nessun errore - Ecco dunque l’idea, avviata il 15 gennaio scorso dopo «sette, otto mesi impegnativi»: i partner sono già tre, pizzerie della catena Mc Joe, «ma stiamo lavorando per allargare numeri e tipologie». Ricevono l’ordine tramite la rete e lo evadono con modi antichi, ma i passaggi che precedono, invece, sono di ultima generazione. Ogni sera, dopo il lavoro a 300 chilometri di strada da qui, Michele si occupa della gestione delle aziende; Tolunay si interfaccia con la clientela. «I partner che decidono di avere visibilità su minuto.ch vengono dotati di un tablet e messi in rete. A quel punto la nostra funzione di intermediari finisce: possono gestire in autonomia comande e consegne. Noi riceviamo solo una modesta percentuale sul venduto, pochi centesimi». I clienti, invece, «ordinano senza tempi di attesa al telefono. Ricevono un resoconto dell’ordine, possono verificare in linea se è corretto e come procede». Meglio di una telefonata, giurano: più dispersiva e a rischio di errore umano. «Qui è tutto sotto controllo. E i dati della nostra indagine lo confermano: la comanda si fa in non più di un minuto, da cui il nome che abbiamo scelto per il portale».

Andremo a gonfie vele - Fase beta: fino a giugno, si valuterà l’impatto del servizio in Ticino. Poi si deciderà il prosieguo. «Ma siamo ottimisti. Le visite sono già state oltre un migliaio, gli ordini almeno una decina a sera. E quasi tutti ci hanno lasciato una mancia». Già: perché se la pizza si paga sulla soglia di casa, «per non indispettire la gente che da queste parti non ama pagare online con la carta di credito», una volta consumato il pasto c’è la possibilità di «lasciare una donazione a minuto.ch, se si è soddisfatti di com’è andata». Poca cosa, certo, per due giovani che hanno investito i propri risparmi in un’attività che per ora è collaterale e forse tale resterà per scelta, «ma non c’è alcuna ragione per cui non debba
funzionare. Io adoro le cifre, ho preso in esame quelle degli altri competitor oltre Gottardo. Vanno a gonfie vele. Il mercato va creato, non è lì bell’e pronto. Solo quando un servizio c’è se ne comincia a sentire l’esigenza e nasce una clientela. La prova? Di promozione, finora, non ne abbiamo fatta molta: qualche volantino nelle pizzerie associate, messaggi sui social network. Eppure abbiamo riscontrato tanto interesse. Il sito è molto frequentato».

I meno giovani: perché no - Sarà per la formula studiata ad hoc per gente che preferisce consegnare i contanti al fattorino e non registrare il proprio nome e indirizzo su formulari online: «Tutto questo noi lo consentiamo, a differenza di altri». E mirata a coinvolgere, col tempo, i meno giovani: se il visitatore tipo «ha fra i 20 e i 40 anni, per il 49% donna e 51% uomo, 90% svizzero e 10% italiano anche se il servizio non si estende oltreconfine», non v’è alcuna ragione di escludere per pregiudizio o timore fasce d’età che potrebbero rivelarsi ottimi clienti potenziali. «I giovani non hanno difficoltà, ma la nostra intenzione è di attirare anche la gente “old style”. Sono designer presso Swisscom e ho modo di esaminare le abitudini delle persone. Anche i meno giovani si stanno gradualmente aprendo a questo stile. Per scelta, per necessità. Internet è la quotidianità; ormai le fatture sono solo virtuali. Adeguarsi è indispensabile».

Il futuro: programmare la comanda nel tempo - Fra le novità che potrebbero dare una svolta, una programmazione nel tempo della consegna a domicilio degli ordini. «Adesso, la pizza si compra oggi per oggi. In futuro, quando lanceremo la versione 2.0, si potrà programmare su un calendario: per esempio, se si desidera organizzare una festa a tema il giorno del proprio compleanno. Con la possibilità di cambiare idea, ovviamente». Per ora, però, il lavoro più grande da svolgere si concentra sulle aziende di ristorazione. «C’è chi dà risposte entusiastiche. Chi dice semplicemente “Non sono capace di gestire le cose online” e chiude così, rimane lì dov’è. Noi lasciamo comunque il nostro biglietto. Magari, in futuro…».

 

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