La riduzione del 9% è peggiore di quella attesa dagli analisti
NEW YORK - Un diamante sarà pure per sempre, ma a volte l'incertezza globale ha la meglio e fa scendere la domanda. È andata così per Tiffany, che ha chiuso il secondo trimestre con un calo delle vendite (esclusi gli effetti dei cambi) del 9%, superiore anche alle attese degli analisti contattati dall'agenzia Bloomberg che si attendevano una riduzione del 7,1%.
Il colosso americano della gioielleria, che grazie al taglio dei costi è riuscito comunque a registrare un utile di 84 cent per azione contro i 71 attesi dal mercato, risente come altri marchi del lusso delle turbolenze economiche (Brexit compresa) che hanno ridotto la propensione alla spesa per questo genere di prodotti.